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Udienza generale: Lo Spirito Santo garantisce l’universalità e l’unità della Chiesa

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Da piazza San Pietro il Papa ha ripreso il ciclo di catechesi sullo Spirito Santo. Riferendosi agli Atti degli Apostoli, il Santo Padre ha sottolineato che l’universalità non compromette l’unità della Chiesa, perché lo Spirito Santo opera sinodalmente ed è Lui stesso “vincolo di unità”.

Alexandra Sirgant – Città del Vaticano

Papa Francesco, proseguendo il suo ciclo di catechesi sullo Spirito Santo e la Chiesa, si è soffermato questo mercoledì, 9 ottobre, sul racconto degli Atti degli Apostoli, libro del Nuovo Testamento scritto da san Luca il cui racconto ripercorre la storia dei primi cristiani comunità e mostra l’azione dello Spirito Santo attraverso tutti gli ostacoli umani. Lo Spirito Santo garantisce l’universalità senza compromettere l’unità della Chiesa, ha spiegato il Vescovo di Roma durante l’udienza generale.

«Tutti erano pieni di Spirito Sonorot» (At 2,4) scrive san Luca. “Nel farloha spiegato il Santo Padre, Luca ha voluto sottolineare la missione universale della Chiesa, segno di una nuova unità tra tutti i popoli“. Lo Spirito opera verso l’unità in due modi: “Da un lato, spinge la Chiesa verso l’esterno, perché possa accogliere sempre più persone e popoli; dall’altro lo riunisce al suo interno per consolidare l’unità raggiunta».

I due movimenti dello Spirito Santo

Il primo movimento è “universalità», prosegue Francesco, come vediamo all’opera nel capitolo 10 degli Atti degli Apostoli, nell’episodio della conversione di Cornelio. “Nel giorno di Pentecoste gli apostoli annunciarono Cristo a tutti i Giudei e a tutti coloro che rispettavano la legge di Mosè, qualunque fosse il popolo a cui appartenevano. Ci è voluta un’altra “Pentecoste”, molto simile alla prima, quella della casa del centurione Cornelio, perché gli Apostoli allargassero l’orizzonte e abbattessero l’ultima barriera, quella tra ebrei e pagani. (cfr E 10-11)».

«A questa espansione etnica si aggiunge un’espansione geografica» perché l’apostolo Paolo inizialmente voleva annunciare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore ma, indica Atti, «lo Spirito Santo glielo aveva impedito” auto “la notte seguente l’Apostolo ricevette in sogno l’ordine di passare in Macedonia.. «Il Vangelo lasciò così la sua nativa Asia per entrare in Europa», ha sottolineato il Papa.

Lo Spirito Santo è il vincolo dell’unità

Il secondo movimento dello Spirito Santo, quello che crea l’unità, è all’opera nel capitolo 15 degli Atti degli Apostoli, ha sottolineato il Sovrano Pontefice: “nel corso del cosiddetto Concilio di Gerusalemme“, che opterà per i pagani aderenti alla fede per la libertà riguardo alla circoncisione e alle osservanze imposte dalla Legge di Mosè.

«Non sempre lo Spirito Santo realizza l’unità all’improvviso, con interventi miracolosi e decisivi, come a Pentecoste.” Di più “lo fa anche -e nella maggior parte dei casi- attraverso un lavoro discreto, rispettoso dei tempi e delle differenze umane, attraverso le persone e le istituzioni, attraverso la preghiera e il confronto“. Un processo”sinodale» ha sottolineato il Papa, riferendosi alla seconda sessione del sinodo dei vescovi «per una Chiesa più sinodale» in corso questo mese in Vaticano.

Per comprendere l’unità portata dallo Spirito Santo, il Vescovo di Roma ha proseguito richiamando l’immagine proposta da sant’Agostino: “Ciò che l’anima è per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo, che è la Chiesa“. Lo Spirito Santo non comanda soltanto di essere uniti, ma è lui stesso il “collegamento dell’unità».

Mettere Dio al centro

Francesco ha concluso la sua catechesi personalizzando il desiderio dell’unità della Chiesa alla vita di ciascuno. “Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore; eppure è così difficile da raggiungere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unità e l’armonia sono tra le cose più difficili da raggiungere e ancora più difficili da mantenere.» spiegò. “L’unità pentecostale, secondo lo Spirito, si realizza quando ci sforziamo di mettere al centro Dio, e non noi stessi. Anche l’unità dei cristiani si costruisce così: non aspettando che gli altri si uniscano a noi là dove siamo, ma camminando insieme verso Cristo.».

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