Pubblicato il 10 ottobre 2024 alle 14:37 / Modificato il 10 ottobre 2024 alle 15:33
Charlie lavora come guardia di sicurezza nel nord-est dell’Inghilterra. Una volta al mese riceve il programma di lavoro dal suo datore di lavoro. “Non so mai quante ore mi farà lavorare”, dice questo padre di due bambini piccoli. Alcuni mesi mi concede quattro giorni, altre volte dieci. Non ho voce in capitolo. E se lavora più di sedici ore settimanali, perde l’accesso alle prestazioni sociali che gli permettono di integrare il suo reddito.
Il 26enne ha un contratto “zero ore”, cioè senza orario di lavoro garantito, pratica ormai diffusa nel Regno Unito. Oggi riguarda un milione di lavoratori. Insicuro a causa del suo lavoro instabile, Charlie fatica ad arrivare a fine mese. “Il mio stipendio non è sufficiente per andare avanti fino alla fine del mese”, dice. Per sopravvivere va ai banchi alimentari e accende il riscaldamento solo per poche ore al giorno.
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