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verso una maggiore democrazia?

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La rapida ascesa dei social network ha profondamente trasformato il modo in cui le persone interagiscono, scambiano informazioni e prendono parte al dibattito pubblico. Questa rivoluzione digitale ha introdotto un nuovo concetto politico, quello di “cyberdemocrazia”.

Questo termine si riferisce all’uso delle tecnologie dell’informazione e delle piattaforme sociali per promuovere una partecipazione più attiva e dinamica dei cittadini. Nel suo obiettivo strategico, mira a promuovere la democratizzazione dei processi politici attraverso un’adesione più ampia supportata dai canali digitali. Queste nuove agorà digitali offrono nuovi orizzonti di espressione, condivisione, mobilitazione e inviti all’azione. Tuttavia, sollevano anche questioni serie e complesse in relazione alla governance, alla trasparenza e alla salvaguardia dei valori democratici universali.

Democratizzando l’accesso alle informazioni, i social network offrono a milioni di persone l’opportunità di ottenere informazioni, condividere contenuti multimediali e impegnarsi in discussioni su scala globale. A differenza dei media tradizionali, che sono spesso centralizzati e limitati da vincoli geografici, linguistici o addirittura editoriali, le piattaforme digitali consentono a tutti di parlare ed esprimersi liberamente, senza tener conto del proprio status socioeconomico o della propria appartenenza geografica. Questa pluralità di voci arricchisce il dibattito pubblico e promuove una riflessione democratica più ampia e inclusiva tra i diversi segmenti delle popolazioni mondiali.

Gli spazi digitali sono diventati strumenti essenziali per sensibilizzare e mobilitare i cittadini. Movimenti come la Primavera Araba, i Gilet Gialli in Francia o il movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti, hanno dimostrato come piattaforme come Twitter), Facebook e Instagram possono fungere da catalizzatori per l’organizzazione di manifestazioni, amplificando la diffusione delle rivendicazioni e sensibilizzando su varie cause sociali. La capacità di questi spazi digitali di mobilitare rapidamente grandi folle testimonia il loro potere come strumenti di democrazia partecipativa.

In Marocco, i social network hanno avuto un ruolo determinante nella mobilitazione dei cittadini attorno a cause importanti, come la firma di petizioni a favore della creazione di un fondo nazionale per la lotta contro il cancro. Le petizioni sono emerse come strumento innovativo per la partecipazione dei cittadini in Marocco con l’adozione della Costituzione del 2011. Questa nuova costituzione ha segnato un importante punto di svolta nell’apertura delle istituzioni pubbliche alla democrazia partecipativa, integrando meccanismi che consentono ai cittadini di esprimere direttamente le proprie preoccupazioni e richieste. utilizzando diversi canali compreso il canale digitale.

Facilitando la comunicazione tra i rappresentanti del popolo (eletti) e i loro rappresentanti (cittadini), i social network hanno anche aperto la strada a una partecipazione più diretta ai processi e ai dialoghi politici. Le piattaforme consentono ai cittadini di parlare direttamente con i loro rappresentanti, partecipare a consultazioni pubbliche online e persino contribuire allo sviluppo di politiche pubbliche attraverso, ad esempio, meccanismi costituzionali come mozioni e petizioni.

Una delle principali sfide poste dai social media è la proliferazione della disinformazione. Le fake news e le campagne di disinformazione orchestrate da attori malevoli, nazionali o internazionali, possono manipolare l’opinione pubblica e influenzare, ad esempio, idee e movimenti governati da questioni del tutto insalubri o addirittura arrivare a influenzare, in alcuni paesi, i risultati delle elezioni elettorali scatole. Questi fenomeni di interferenza straniera sono stati sollevati durante diverse elezioni importanti, in particolare negli Stati Uniti e in Europa.

Alcuni algoritmi dei social media tendono a creare bolle di filtro o silos virtuali, in cui le persone sono esposte principalmente a contenuti che confermano e rafforzano le loro opinioni e convinzioni preesistenti. Ciò può portare a una maggiore polarizzazione dell’opinione pubblica, rendendo più difficile il dialogo, l’apertura, l’accettazione delle differenze, l’impossibilità di mettere in discussione i propri presupposti e la difficoltà di raggiungere aree di compromesso tra diverse visioni politiche o sociali. L’eccessiva polarizzazione rappresenta una minaccia per la coesione sociale. Ciò complica la governance democratica, che si basa, innanzitutto, sulla ricerca del consenso, del rispetto e dell’inclusione di tutte le voci.

La cyberdemocrazia solleva anche questioni cruciali riguardanti la privacy, la protezione dei dati personali e la sorveglianza. I dati personali degli utenti di Internet vengono spesso raccolti su larga scala, talvolta a loro insaputa, ignoranza o mancanza di vigilanza, e possono essere sfruttati per scopi commerciali o politici. È essenziale rafforzare i quadri legislativi esistenti mettendo in atto norme rigorose per proteggere la privacy, garantire l’etica dell’uso dei dati e l’integrità del loro trattamento.

Lo sviluppo della cyberdemocrazia offre l’opportunità di reinventare la democrazia. Tecnologie come blockchain, piattaforme di voto online sicure e sistemi di deliberazione partecipativa online possono migliorare la trasparenza, l’efficienza, la fiducia, l’equità e l’inclusione dei processi democratici. Queste innovazioni hanno il potenziale per rendere la democrazia più aperta e più accessibile, soprattutto per le popolazioni giovani o emarginate o lontane dai centri di potere.

Affinché la democrazia elettronica possa realizzare il suo pieno potenziale, è fondamentale formare i cittadini alle competenze digitali e al pensiero critico. Non tutto ciò che viene pubblicato su Internet è necessariamente vero. È quindi fondamentale insegnare alle persone a valutare e filtrare in modo critico e giudizioso le informazioni che incontrano online, a identificare fonti affidabili e a rilevare errori o manipolazioni. L’educazione digitale deve diventare una priorità affinché la popolazione possa navigare nel complesso e multidimensionale ecosistema delle interfacce sociali digitali, discernere i contenuti affidabili da quelli falsi e partecipare con un approccio informato, responsabile e produttivo ai dibattiti online. Solo una popolazione ben informata e digitalmente alfabetizzata può sfruttare appieno i benefici della democrazia elettronica.

L’influenza delle reti digitali sulla democrazia è inconfutabile e presenta un trend strettamente ascendente. L’ascesa della cyberdemocrazia offre prospettive affascinanti per rafforzare e sostenere l’impegno e la partecipazione dei cittadini e rivitalizzare le istituzioni democratiche. Tuttavia, queste opportunità comportano sfide importanti, tra cui disinformazione, polarizzazione e privacy. Affinché la cyberdemocrazia possa contribuire pienamente a una democrazia più inclusiva e partecipativa, è essenziale affrontare queste sfide attraverso l’innovazione tecnologica, l’educazione digitale e una regolamentazione adeguata. Il futuro della democrazia potrebbe benissimo giocarsi online, a condizione che le regole del gioco siano chiare, giuste e rispettose dei diritti fondamentali di ciascun cittadino.

*Ingegnere statale, dottore di ricerca, ex parlamentare

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