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Al Parlamento europeo, “Bella ciao” cantata da questi deputati dopo il discorso di Viktor Orbán

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PARLAMENTO EUROPEO – Lotta di idee nel canto. La conclusione del discorso di Viktor Orbán al Parlamento europeo del 9 ottobre si è conclusa con una canzone. Gli eurodeputati di sinistra hanno intonato un coro antifascista Bella Ciao al termine del suo discorso, come potete vedere nel video in cima all’articolo, prima di essere riformulato dalla presidente del Parlamento Roberta Metsola.

Il suo intervento nell’emiciclo si preannuncia teso. Se Viktor Orbán è sostenuto dai diritti nazionalisti europei, gli altri gruppi gli sono chiaramente ostili. Prima del suo discorso i deputati di sinistra hanno manifestato la loro opposizione.

“Niente soldi per la corruzione”si legge in un cartello brandito dalla sinistra radicale, in riferimento ai fondi europei destinati all’Ungheria, e parzialmente congelati da Bruxelles per motivi di attacco allo Stato di diritto nel Paese. I socialdemocratici, dal canto loro, hanno esposto dei cartelli “Democratici contro autocrati”.

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Davanti alla stampa a Strasburgo, Viktor Orbán ha fatto irruzione martedì 8 ottobre contro il “Elite europee di sinistra e di centro”mostrando la sua vicinanza a Donald Trump o implorando a “nuova strategia” sull’Ucraina comunicando “direttamente” con Mosca.

Imbavagliamento delle opposizioni

Dal suo ritorno alla guida del Paese nel 2010, Viktor Orbán ha rafforzato la sua presa sul potere, limitando al tempo stesso i diritti delle opposizioni, scontrandosi più volte con Bruxelles su questioni di migrazione e Stato di diritto.

A luglio, la Commissione europea ha riscontrato in un rapporto che l’Ungheria non rispettava gli standard democratici dell’UE, in particolare in materia di corruzione, finanziamento politico, conflitti di interessi e indipendenza dei media.

Ultimo episodio del conflitto tra Budapest e Bruxelles, la Commissione ha annunciato giovedì che deferirà alla giustizia europea la questione della legge ungherese sulla “sovranità”che le ONG considerano una nuova offensiva per mettere la museruola contro le contropotenze.

Vedi anche su L’HuffPost:

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