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40 detenuti palestinesi sono morti sotto tortura nelle carceri israeliane

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Decine di prigionieri e detenuti furono martirizzati nelle carceri e nei campi dell’occupazione, e l’occupazione si rifiutò di rivelare le circostanze del loro martirio.

Un anno dopo l’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, domenica le istituzioni specializzate negli affari dei prigionieri palestinesi hanno rilasciato una dichiarazione speciale sulla questione dei detenuti della Striscia di Gaza e dei martiri prigionieri e detenuti nelle carceri e nei campi di occupazione dall’inizio della guerra. la guerra di annientamento israeliana e le circostanze del martirio di decine di prigionieri e detenuti.

Il comunicato stampa degli istituti penitenziari indica che “40 prigionieri e detenuti sono stati martirizzati nelle prigioni e nei campi dell’occupazione dopo il 7 ottobre”, aggiungendo che “l’occupazione non ha mai smesso di prendere di mira i prigionieri e i detenuti nelle sue prigioni e nei suoi campi”.

La dichiarazione afferma che “la guerra genocida costituisce un’estensione di diversi decenni durante i quali l’occupazione ha commesso crimini sistematici, tra cui tortura e crimini medici, e ha portato al martirio di centinaia di prigionieri nel corso degli anni dell’occupazione”.

La dichiarazione continua: “Dall’inizio della guerra, dozzine di prigionieri e detenuti sono stati martirizzati nelle prigioni e nei campi di occupazione, in tutte le regioni palestinesi, e la questione dei martiri detenuti a Gaza costituisce la sfida più importante che deve affrontare istituzioni per i diritti umani. alla luce dell’attuazione del reato di sparizione forzata nei loro confronti”.

Mentre la dichiarazione indica che “l’occupazione ha rifiutato di rivelare i loro dati o anche le circostanze del loro martirio” e che “durante il periodo passato, varie istituzioni per i diritti umani hanno seguito questo caso, che è stato accompagnato da massicci crimini di tortura, crimini, stupri e violenza sessuale a diversi livelli, che si riflettono nelle testimonianze di prigionieri e detenuti”.

Tuttavia, la dichiarazione sottolinea che “le istituzioni sono state in grado, alla luce di alcune modifiche legali apportate dall’occupazione, di rivelare la sorte di centinaia di detenuti di Gaza” e di “effettuare visite limitate ad alcune prigioni e campi”, indicando che “ci sono ancora centinaia di detenuti”. “I detenuti sono soggetti a sparizioni forzate”.

Sulla base del monitoraggio di un certo numero di istituzioni palestinesi per i diritti umani e di istituzioni interne per i diritti umani, come affermato nella dichiarazione, le istituzioni carcerarie hanno confermato una serie di dati, il più importante dei quali è che “non esistono dati chiari sul numero di detenuti a Gaza rispetto al numero totale dei prigionieri e dei detenuti nelle carceri dell’occupazione, diversi da quelli annunciati dall’amministrazione penitenziaria dell’occupazione all’inizio di ottobre.

Secondo il comunicato, il numero dei detenuti classificati come “combattenti illegali” è arrivato a circa 1.618, il che indica che, secondo il monitoraggio delle strutture carcerarie, “il numero dei detenuti a Gaza è stimato a diverse migliaia”.

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