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In Palestina, da Gaza alla Cisgiordania, un’economia soffocata

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Peggiore di una crisi è un collasso. Un anno dopo gli attacchi terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023, Gaza sta sprofondando in una crisi umanitaria e la Cisgiordania è sull’orlo dell’implosione, con una disoccupazione in aumento e un’Autorità Palestinese (ANP) sull’orlo del collasso. fallimento.

L’economia palestinese sta subendo un doppio colpo. A Gaza, dove la metà delle famiglie non ha più alcuna fonte di reddito, i prezzi sono aumentati del 250% in un anno a causa delle merci che arrivano alla spicciolata e dei costi esorbitanti dei trasporti. In Cisgiordania, dove la popolazione sprofonda nella povertà dall’ottobre 2023 e non ha mai avuto così tanto bisogno di sostegno, le casse dell’Autorità Palestinese sono vuote, perché Israele, che riscuote le tasse doganali dalla Palestina e deve pagarle ogni mese, trattiene parte di esso.

Gli importi e le motivazioni addotte variano a seconda del mese. Israele sottolinea il costo della fornitura di acqua ed elettricità e vuole anche detrarre i pagamenti effettuati dall’Autorità Palestinese alle famiglie dei palestinesi detenuti in Israele o uccisi in attacchi contro israeliani.

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“Queste deduzioni sono purtroppo del tutto arbitrarieafferma Rami Al Azzeh, economista della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD). Ogni mese rappresentano tra i due terzi e i tre quarti dei fondi destinati alla Palestina. » Dall’ottobre 2023, queste detrazioni mensili sono ammontate in media a 500 milioni di shekel (120 milioni di euro), rispetto ai 200 milioni di shekel precedenti, il che ha dimezzato le entrate dell’Autorità Palestinese, secondo i calcoli della Banca Mondiale. All’inizio del 2024 anche i pagamenti sono stati effettuati in ritardo. “La crisi di bilancio ha raggiunto livelli senza precedenti nel 2024, in gran parte a causa delle maggiori detrazioni israeliane dalle entrate dell’Autorità Palestinese”rileva la Banca mondiale, preoccupata per a “collasso del sistema”.

Scontri con coloni estremisti

La Palestina dipende da Israele per la sua sopravvivenza. Lo Stato ebraico rappresenta il 64,1% del suo commercio estero, perché, secondo Rami Al Azzeh, “I costi amministrativi e di trasporto sono tali che è molto difficile esportare altrove che in Israele, dove la maggior parte delle merci palestinesi deve comunque transitare”. Dipende anche dalla valuta israeliana, lo shekel, e dal suo sistema bancario per i pagamenti internazionali. Infine, dipende dal suo mercato del lavoro. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha calcolato che il 22% dei lavoratori palestinesi erano impiegati in Israele prima del 7 ottobre, cifra che da allora è scesa al 2,3%.

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