Dall’inizio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, lanciate dopo lo stupore suscitato dai massacri di Hamas, il 7 ottobre 2023, la stampa internazionale non ha potuto entrare nell’enclave – ad eccezione di rare e brevi visite strettamente supervisionate dal governo esercito israeliano.
I massicci bombardamenti e l’offensiva di terra portati avanti dal 27 ottobre 2023 hanno avuto effetti devastanti sugli edifici ad alta densità della Striscia di Gaza.
Non potendo misurare direttamente l’entità della devastazione sul terreno, il servizio Infografica dell’ Mondo ha potuto fare affidamento su due tipi di fonti per mapparli.
Da un lato le testimonianze, i video e le foto dei giornalisti e dei civili palestinesi lì intrappolati, che documentano la scomparsa di interi quartieri sotto le macerie. Dall’altro, le immagini satellitari.
Immagini satellitari e private
Grazie a queste immagini, prodotte sia da costellazioni di satelliti pubblici (Agenzia spaziale europea, NASA, ecc.) che da quelle di attori privati (Maxar, Planet Labs, ecc.), due ricercatori con sede negli Stati Uniti, Corey Scher, dottorando in scienze della Terra, specialista in disastri naturali e conflitti politici al Graduate Center della New York University, e Jamon Van Den Hoek, professore di geografia alla Oregon State University, seguono da un anno l’evoluzione della distruzione nella Striscia di Gaza.
I ricercatori hanno prodotto queste mappe utilizzando i dati raccolti dai satelliti Copernicus Sentinel-1 SAR (Synthetic-Aperture Radar), un’iniziativa congiunta della Commissione europea e dell’Agenzia spaziale europea, con una risoluzione di 10 metri per pixel. I radar SAR hanno il vantaggio di raccogliere informazioni giorno e notte, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche (copertura nuvolosa, mancanza di illuminazione, ecc.).
Non potendo verificare i loro dati sul campo, li hanno poi incrociati con le valutazioni pubblicate da Unosat, il centro satellitare delle Nazioni Unite, nonché con immagini satellitari commerciali ad altissima risoluzione, fino a 30 centimetri per pixel.
Ciò consente di elaborare una mappa dettagliata dei probabili danni inflitti alle costruzioni umane nella Striscia di Gaza, la cui metodologia non si applica ai potenziali danni nelle aree vegetate (regioni agricole, aree naturali). Come specificano nella loro metodologia, “Data la probabile presenza di danni su scala molto piccola che i satelliti Sentinel-1 non sono in grado di rilevare, queste mappe probabilmente forniscono una stima conservativa delle aree colpite dalla distruzione”.
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