DayFR Italian

Video degli stupri Mazan in Francia: il tribunale autorizza la presenza della stampa e del pubblico

-

Per la prima volta venerdì, video e foto sono stati diffusi davanti al pubblico nel processo per stupro Mazan, ad Avignone (nel sud della Francia), senza cambiare le versioni degli imputati, che quasi tutti sostenevano di credersi partecipando ad uno “scenario” libertino.

Ritornando alla decisione iniziale del suo presidente, Roger Arata, il tribunale penale di Vaucluse ha infatti deciso a mezzogiorno, dopo un lungo dibattito tra le parti, che le immagini trasmesse durante questo emblematico processo per violenza contro le donne e sottomissione chimica sarebbero ora nella presenza della stampa e del pubblico.

Gli avvocati della vittima, Gisèle Pelicot, hanno descritto la decisione come una “vittoria”.

“Ma una vittoria in una lotta che non avrebbe dovuto essere combattuta”, ha detto Me Stéphane Babonneau, secondo il quale la legge francese garantisce alle vittime di stupro da più di 40 anni il diritto di decidere se pubblicizzare o meno i dibattiti.

E dell’udienza del pomeriggio, il 22esimo giorno di questo processo che si è aperto il 2 settembre, sono stati mostrati nove video e una manciata di foto. Tutti riguardano i sette imputati, dei 51 processati, i cui casi sono stati esaminati questa settimana.

Queste immagini sono state archiviate con cura da Dominique Pelicot, che ha ammesso di aver drogato sua moglie Gisèle dal 2011 al 2020, a sua insaputa, per violentarla e farla stuprare da decine di uomini reclutati su Internet.

La loro diffusione mira a confrontare gli imputati con le loro dichiarazioni. La maggior parte di loro afferma di aver creduto di partecipare alla fantasia di una coppia scambista o di non aver realizzato lo stato di incoscienza di Gisèle Pelicot.

“Ancora nessun ricordo”

Per quasi un’ora e mezza, queste immagini sono state mostrate sugli schermi di un’aula di tribunale senza fiato, e su quelli di un’aula attigua dove hanno potuto prendere posto una sessantina di spettatori.

Gisèle Pelicot, sul banco delle parti civili, è rimasta per la maggior parte del tempo appoggiata al cellulare, mentre di fronte a lei, nel palco degli imputati, dall’altra parte della sala, il suo ex marito si copriva gli occhi con una mano o guardava lontano.

Gli altri imputati adottavano atteggiamenti diversi: alcuni osservavano senza battere ciglio mentre giravano intorno a Gisèle Pelicot, sdraiata sul letto nella camera da letto della casa coniugale di Mazan, altri preferivano guardare il pavimento.

Interrogati brevemente, però, tutti mantennero la loro linea di difesa.

Jean T., 52 anni, dice di “non avere ancora memoria” di quella sera. Redouane E. assicura di essere stato “terrorizzato” da Dominique Pelicot, anche se “non si vede”. Un terzo spiega di non aver sentito il russare di Gisèle Pelicot o di aver “sperato che alla fine si svegliasse”.

“Anche vedere questo, non è abbastanza?” Di cosa hanno bisogno per crederle, che è morta? » ha detto indignata Elise Pinas, 25 anni, uscendo dalla sala riservata al pubblico. “Arrabbiata”, però, ritiene “molto utile” la diffusione di questi video.

Il 20 settembre, dopo la diffusione dei primi video e foto, il magistrato ha deciso di escludere stampa e pubblico dalle successive proiezioni, a causa del loro carattere “indecente e scioccante”.

Ma gli avvocati di Gisèle Pelicot hanno deciso di contestare questo provvedimento, ottenendo venerdì mattina il sostegno del pubblico ministero.

Per l’altro avvocato della signora Pelicot, Mr.e Antoine Camus, questi video “farebbero crollare la teoria dello stupro accidentale” e mostrerebbero che “si trattava in realtà di odio verso le donne”.

“La giustizia non ha bisogno di questo, che senso hanno queste proiezioni nauseanti? » sosteneva invece il Me Olivier Lantelme, uno degli avvocati della difesa.

La sentenza è attesa per metà dicembre.

Da vedere in video

Related News :