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Medio Oriente: Biden dice che Israele dovrebbe “considerare altre opzioni” oltre a colpire i siti petroliferi iraniani

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Il presidente americano Joe Biden ha detto venerdì che è preferibile che Israele non colpisca i siti petroliferi iraniani, dopo aver ammesso il giorno prima che questa possibilità era in “discussione”. “Se fossi al loro posto, prenderei in considerazione altre opzioni oltre a colpire i giacimenti petroliferi” in Iran, ha dichiarato durante uno scambio con la stampa alla Casa Bianca.

Da quando martedì sera lo Stato ebraico è stato preso di mira da una salva di missili iraniani, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha giurato che la Repubblica islamica “ha commesso un grave errore” e “ne pagherà il prezzo”. Da allora il capo dello Stato ha pensato al modo più efficace per vendicarsi. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riconosciuto che Israele ha il diritto di rispondere all’attacco sul suo territorio, ma prima ha posto una condizione: non attaccare gli impianti nucleari iraniani.

VideoBiden “sta discutendo” con Israele su possibili attacchi agli impianti petroliferi iraniani

Sempre davanti alla stampa, il presidente americano ha affermato che sta cercando di mobilitare la scena internazionale per ottenere la pace in Medio Oriente. “Facciamo molte cose. La cosa più importante che possiamo fare è cercare di mobilitare il resto del mondo e i nostri alleati per contribuire ad allentare le tensioni tra Israele e l’Iran e i suoi partner regionali, ha detto davanti alla stampa alla Casa Bianca.

Teheran aggiunge benzina sul fuoco

L’esercito americano, da parte sua, ha annunciato di aver colpito 15 obiettivi Houthi nello Yemen, da dove questi ribelli sostenuti dall’Iran effettuano attacchi contro Israele e contro navi che ritengono legate a questo paese, così come a Stati Uniti e Stati Uniti. Regno Unito.

Dopo mesi di escalation, il rischio di uno spostamento verso un conflitto ad alta intensità che si estenderebbe ad altri paesi sta facendo sudare freddo la comunità internazionale. Teheran, dopo aver assicurato che l’Iran non intende “entrare in guerra” direttamente con Israele, venerdì ha aggiunto benzina sul fuoco.

In un raro discorso, l’Ayatollah Khamenei ha descritto il suo attacco di inizio settimana come una semplice vendetta dopo l’assassinio, attribuito a Israele, del leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, il 31 luglio a Teheran, e che, rivendicato da Israele, da parte di Il leader libanese di Hezbollah Hassan Nasrallah, il 27 settembre a Beirut, in un attacco che ha ucciso anche un generale iraniano.

L’escalation in Medio Oriente e in Libano arriva dopo quasi un anno di scontri a fuoco che hanno provocato lo sfollamento di decine di migliaia di residenti su entrambi i lati del confine dopo che Hezbollah aveva aperto un fronte contro Israele all’inizio della guerra di Gaza. Israele ha lanciato massicci bombardamenti in Libano dal 23 settembre, prendendo di mira, secondo il suo esercito, centinaia di obiettivi di Hezbollah. Da quella data sono morti più di mille libanesi.

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