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L’alleanza cambia leader, ma non politiche

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Nella NATO, “tutto, ma proprio tutto, da quello più futile a quello più strategico, viene deciso per consenso”, riassume Ian Lesser del German Marshall Fund, un think tank di Bruxelles.

“La portata delle possibilità che hanno i segretari generali di cambiare radicalmente ciò che fa la NATO è quindi ovviamente molto limitata”, aggiunge.

Il “secgen”, come viene soprannominato a Bruxelles, lavora “dietro le quinte” sull’emergere delle decisioni, che devono poi essere approvate dai 32 paesi membri.

“Come Segretario generale della NATO, hai il potere di fissare l’agenda, sei tu che presiedi il Consiglio Nord Atlantico”, l’organo politico decisionale della NATO, spiega all’AFP Jamie Shea, ex portavoce dell’Alleanza e ricercatore presso il think tank britannico Chatam House.
Ma non sei tu quello che decide da solo di entrare in guerra e ancor meno quello che preme il pulsante nucleare. Solo gli Stati membri, e gli Stati Uniti in particolare, hanno questo potere.
Tuttavia, il capo dell’Alleanza Atlantica non è privo di influenza.

L’ex segretario generale Lord Robertson ha svolto un ruolo significativo nell’attivazione dell’Articolo 5 dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, ricorda Ian Lesser.

L’articolo 5, pilastro dell’Alleanza, obbliga tutti i suoi membri a prestare aiuto a un paese della NATO in caso di attacco. Era stato innescato, simbolicamente, a favore degli Stati Uniti, per la prima ed unica volta nella storia dell’Alleanza.

Anche la personalità del nuovo segretario generale giocherà il suo ruolo, e Mark Rutte, dopo dieci anni al comando dell’ex primo ministro norvegese Jens Stoltenberg, è atteso con curiosità.
Vorrà lasciare il segno al suo arrivo o attendere un eventuale secondo mandato?

“Quando arrivano, (i segretari generali) tendono ad essere i candidati alla continuità, ma se restano un po’, ovviamente acquisiscono fiducia”, sostiene Shea.

Jens Stoltenberg ha quindi orientato fortemente l’Alleanza verso un maggiore sostegno all’Ucraina, in particolare dopo l’invasione russa del febbraio 2022. Ha proposto e ottenuto l’impegno degli Alleati a fornire almeno 40 miliardi di euro all’anno all’Ucraina e il pieno coinvolgimento della NATO la fornitura di aiuti militari occidentali.

Resta il fatto che in tempo di guerra l’unità e la continuità hanno la precedenza su tutto, il che difficilmente incoraggia gli sconvolgimenti.

“In una situazione geopolitica così difficile, è molto importante mantenere la continuità e la stessa direzione nella politica estera e di sicurezza”, sostiene un diplomatico della NATO, parlando a condizione di anonimato.

Nei corridoi dell’immenso edificio della NATO a Bruxelles, però, ci si aspetta dal sostituto di Stoltenberg un nuovo stile di gestione, “un po’ più inclusivo”, dopo un decennio di amministrazione “norvegese” piuttosto verticale, secondo un altro diplomatico dell’Alleanza.

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