I capi della politica estera europea e mediorientale in Arabia Saudita per discutere della Siria

I capi della politica estera europea e mediorientale in Arabia Saudita per discutere della Siria
I capi della politica estera europea e mediorientale in Arabia Saudita per discutere della Siria
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Domenica l’Arabia Saudita ospiterà diplomatici europei e mediorientali per discutere della Siria.

“Gli incontri saranno due. Il primo tra Stati arabi. La seconda tra Stati arabi e altri Paesi »tra cui Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Turchia e Spagna, nonché le Nazioni Unite, ha detto sabato all’Agence -Presse un funzionario saudita che ha chiesto l’anonimato.

Le discussioni si concentreranno in particolare sul livello di sostegno da dare alla nuova amministrazione siriana, dopo la caduta di Bashar Al-Assad, e su una possibile revoca delle sanzioni nei confronti del Paese, ha confermato il funzionario saudita.

Le autorità di transizione guidate dal nuovo leader del Paese, Ahmed Al-Charaa, chiedono la revoca delle sanzioni internazionali contro il Paese. Le potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti e l’Unione Europea, avevano imposto sanzioni al governo di Bashar Al-Assad a causa della repressione delle manifestazioni popolari nel 2011, che scatenò la guerra civile.

Molte capitali, tra cui Washington, hanno affermato che aspettano di vedere come le nuove autorità eserciteranno il loro potere prima di decidere. Il capo della diplomazia dell’Unione europea, Kaja Kallas, ha detto venerdì che i 27 potrebbero farlo “gradualmente” allentare le loro sanzioni “a condizione che si realizzino progressi tangibili”in particolare sulla tutela delle minoranze.

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock e il suo omologo turco, Hakan Fidan, hanno confermato la loro partecipazione all’incontro di Riad, che fa seguito ai precedenti colloqui svoltisi a dicembre in Giordania, secondo il funzionario saudita. Parteciperà anche il vice segretario di Stato americano uscente, John Bass.

Il signor Bass arriverà dalla Turchia, dove ha sottolineato “l’importanza della stabilità regionale, impedendo che la Siria venga utilizzata come base per il terrorismo e garantendo una sconfitta duratura” dell’organizzazione jihadista Stato Islamico, secondo il Dipartimento di Stato.

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