“Quando Musk e i social rompono il silenzio mediatico”

“Quando Musk e i social rompono il silenzio mediatico”
“Quando Musk e i social rompono il silenzio mediatico”
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FIGAROVOX/CRONACA – SU .

Gilles-William Goldnadel è un avvocato e saggista. Ogni settimana decifra le notizie per FigaroVox. Ha pubblicato Diario di guerra. È l’Occidente che stiamo assassinando (Fayard, 2024). È anche presidente di Avvocati Senza Frontiere.


Li chiamo da molto tempo “nascondersi le autorità”. Mi rivolgo espressamente a questi media di estrema sinistra che praticano questo terrorismo intellettuale al quale Jean Sévillia ha dedicato un’opera ripubblicata proprio questo mese. Questo terrorismo ha dedicato molti sforzi a nascondere le devastazioni dell’immigrazione massiccia e spesso invasiva che la nostra vecchia Europa ha sperimentato negli ultimi decenni. E così io stesso ho dedicato molte energie per cercare, nel mio modesto e meschino posto, di sfondare questo muro di occultamento del terrorismo intellettuale che utilizzava essenzialmente l’accusa di razzismo fascista per ridurre la resistenza a quello che era. Al termine di questo ricatto, la morte sociale degli oppositori. Una delle brecce in questa oscura cortina di ferro sarà stata tecnicamente aperta dai social network che, nonostante tutti i loro difetti, hanno impedito il totale occultamento della criminalità degli immigrati. Motivo per cui, con la sua cruda logica lessicale, l’estrema sinistra accusa di appartenenza chi la rivela “facosfera” – mentre con la mia logica ironica l’ho battezzato “sfera sfortunata”.

È in questo quadro immutabile da tempo che ho pubblicato un articolo su FigaroVox il 19 marzo 2018, quasi sette anni fa, intitolato: «Il razzismo anti-bianco impone il silenzio mediatico»sugli stupri di giovani ragazze inglesi bianche della classe operaia da parte di bande pakistane nel complesso residenziale britannico di Telford. Metto così in pratica l’alleanza tra stampa (ancora) libera e social network.

Ho quindi insistito in questo articolo sul silenzio reale di parte dei media attorno a questi stupri di gruppo spesso commessi in condizioni di particolare e sadica crudeltà. Ho denunciato anche la notevole codardia della polizia inglese che ha preferito chiudere un occhio piuttosto che correre il rischio di essere accusata di razzismo. Alla fine ho spiegato questi due fenomeni con l’esistenza di un razzismo anti-bianco che era tanto più potente perché indicibile.

Non è certo un caso che la febbre mediatica ritardata che si impadronisce dello scandalo degli stupri, immensamente minimizzato se non addirittura nascosto, sia stata favorita da uno dei grandi maestri di queste reti, mi chiamo Elon Musk.

Gilles-William Goldnadel

Mentirei se dicessi che il mio articolo ha provocato un’esplosione nazionale da questa parte della Manica. La discreta stampa francese non ha fatto notizia. A maggior ragione la stampa di sinistra, solitamente così femminista. E ora, sette anni dopo, la vicenda degli stupri di povere ragazze bianche commessi da delinquenti non bianchi sta tornando alla ribalta in modo fragoroso.

Ci sono molteplici e coerenti spiegazioni per questo. Il rifiuto ostinato e imbarazzato del governo laburista guidato da Keir Starmer di aprire un’indagine è considerato da molti una confessione.

Avevamo sottovalutato molto dal punto di vista quantitativo il fenomeno, che aveva interessato molte altre città britanniche come ad esempio Rotterham. Migliaia di giovani donne sarebbero colpite. Forse di più. Era stata tenuta nascosta anche l’incredibile crudeltà delle bande pakistane e la loro capacità di ricatto e intimidazione. Infine, avevamo nascosto il livello di complicità attraverso l’inazione della polizia e della magistratura britannica.


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Questa reazione può essere spiegata anche dal grado di esasperazione dell’opinione popolare inglese. Il modo in cui sono stati trattati i manifestanti dopo l’attacco di Southport ha indignato gran parte del popolo inglese.

L’attivista nazionalista Tommy Robinson, uno dei loro leader, è ancora in carcere. Il fatto che l’uomo non si caratterizzi per la sua delicatezza espressiva non è tale da cancellare l’impressione di un’eccessiva repressione. In confronto, i gruppi violenti di estrema sinistra, a volte antisemiti o anti-bianchi, sono trattati con molta più considerazione e considerazione giudiziaria.

Ho accennato sopra al ruolo informativo dei social network, criticato dalle autorità occulte che affermano falsamente di ignorare la disinformazione. Non è certo un caso che la febbre mediatica ritardata che si impadronisce dello scandalo degli stupri, immensamente minimizzato se non addirittura nascosto, sia stata favorita da uno dei grandi maestri di queste reti, mi chiamo Elon Musk.

In un disperato tentativo diversivo di continuare l’occultamento, o almeno di scusarlo, una parte dei media vorrebbe, se non rompere, almeno svalutare il termometro caldo.

La stessa stampa, indignata per comportamenti inappropriati o accuse di molestie, a volte non provate, commesse da vecchi maschi bianchi più di trent’anni fa, tiene nascosta questa vicenda.

Gilles-William Goldnadel

Voilà, cambiandoche ci ricorda il caso Victor Kravchenko, dal nome di questo feroce oppositore russo del totalitarismo sovietico, che tra i primi osò rivelare gli orrori dei gulag in Francia senza un linguaggio accurato. La stampa comunista e i suoi potenti compagni mediatici benpensanti, per soffocare il cane anticomunista (come descritto da Sartre), lo accusarono di rabbia fascista.

Sarebbe ovviamente sbagliato credere che le autorità occulte abbiano cessato di operare sul territorio francese. O che il razzismo anti-bianco non continui più la sua opera crudele lì. La stampa di sinistra considera scandalosa la violenza sessuale di Lola e per lo più tace sugli innumerevoli stupri commessi da migranti contro donne bianche in Francia. La stessa che si arrabbia per comportamenti inappropriati o accuse di molestie, a volte non provate, commesse da vecchi maschi bianchi più di trent’anni fa.

Minacce terroristiche lanciate contro i francesi da influencer algerini che vivono sul territorio nazionale – dieci anni dopo Charlie – vengono trattati con disinvoltura da una stampa moralizzatrice che pretende sempre di essere tanto nobilmente antirazzista quanto coraggiosamente antifascista.

Quanto allo scrittore francese preso in ostaggio dalla dittatura algerina, certi araldi della libertà di stampa lo descrivono come un volgare Robinson o un vile Kravchenko. L’inconscio ideologico della sinistra non gli può perdonare di amare troppo la Francia e troppo poco il regime algerino.

Jean Sévillia, nell’ultima consegna di Rivista Figarodescrive giustamente il terrorismo intellettuale come a “muro scheggiato”. Terrorizza solo i codardi e i sempliciotti. E la cortina di ferro oscurante tracciata dalle mie autorità ha un buco. Ma quanti crimini sono stati commessi nel suo rifugio e continuano a essere perpetrati dietro le sue macerie.


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