“Anche se si verificasse il fenomeno La Niña, noto per raffreddare temporaneamente il clima, non basterebbe a controbilanciare il riscaldamento indotto dai livelli record di gas serra, la cui specificità è quella di intrappolare il calore nell’atmosfera”, commenta.
“Il ritorno di un fronte freddo”: Belgio di nuovo sotto la neve?
Successivamente, per il periodo febbraio-aprile 2025, il ritorno a condizioni neutre costituisce “lo scenario preferito”, con una probabilità anche del 55%.
In generale, La Niña produce variazioni climatiche su larga scala opposte a quelle associate a El Niño.
Il fenomeno corrisponde al raffreddamento su larga scala delle acque superficiali nel Pacifico equatoriale centrale e orientale, associato alle variazioni della circolazione atmosferica tropicale, ad esempio venti, pressione e precipitazioni, spiega l’OMM.
L’OMM ricorda che i fenomeni climatici di origine naturale, come La Niña ed El Niño, si inseriscono in “un contesto più ampio di cambiamento climatico” legato alle attività umane, “che provoca l’innalzamento della temperatura globale, accentua condizioni meteorologiche e climatiche estreme e cambiamenti modelli stagionali di precipitazioni e temperature.
Così, sottolinea la Saulo, “nonostante l’assenza di condizioni di El Niño o La Niña da maggio, abbiamo assistito a una serie straordinaria di fenomeni meteorologici estremi, tra cui precipitazioni record e inondazioni che purtroppo sono diventate la nuova normalità nel contesto del cambiamento climatico. .