Nei grafici – Come il cambiamento climatico riduce la copertura nevosa nelle stazioni sciistiche

Nei grafici – Come il cambiamento climatico riduce la copertura nevosa nelle stazioni sciistiche
Nei grafici – Come il cambiamento climatico riduce la copertura nevosa nelle stazioni sciistiche
-

Le stazioni alle medie latitudini non sono molto meglio. Quello di Grimentz ad esempio, situato nel cuore delle Alpi vallesane in Val d’Anniviers (1560 metri slm), sta registrando una notevole riduzione del manto nevoso. Tra il 1960 e il 1990 l’altezza massima della neve è stata in media di 70 cm. Dagli anni Novanta questa media è scesa a circa 47 cm, ovvero un calo di quasi un terzo. Si noti che queste misurazioni si svolgono nel villaggio, queste cifre riflettono la copertura nevosa naturale minima della località.

I cambiamenti non si limitano allo spessore del manto nevoso: lo scioglimento inizia ora quasi un mese prima rispetto al periodo 1960-1990. Così, a metà aprile, Grimentz conserva in media meno di 5 cm di neve, contro i 25 cm precedenti. Se l’oro bianco scompare sempre prima, l’inizio della stagione rimane relativamente stabile.

Le alte montagne sono ancora conservate

Al di sopra dei 2000 metri i cambiamenti sono meno evidenti, anche se la tendenza resta visibile. Sul Weissfluhjoch, a 2540 metri sul livello del mare a Davos, l’altezza massima della neve è aumentata da 2,2 metri (1961-1990) a 2,1 metri (1990-2024). Questo modesto calo contrasta con le drastiche perdite osservate alle altitudini più basse.

Tuttavia, anche in alta montagna, la durata del manto nevoso diminuisce. Quasi tutte le stazioni mostrano una netta diminuzione delle giornate con terreno innevato, indipendentemente dalla loro altitudine e posizione.

L’evoluzione dell’isoterma di zero gradi, un’altitudine dove la temperatura media raggiunge 0°C, illustra perfettamente gli effetti del cambiamento climatico. Oggi in inverno si trova a circa 850 metri, 250 metri più in alto rispetto a 50 anni fa. Potrebbe aumentare di altri 400-650 metri entro il 2060, e quindi essere compreso tra 1.300 e 1.500 metri, se non verranno intraprese azioni significative per ridurre le emissioni di gas serra.

Ancora meno neve in futuro

A queste quote più elevate le precipitazioni si presenteranno sempre più spesso sotto forma di pioggia, soprattutto all’inizio e alla fine dell’inverno. A 2500 metri la quantità totale di neve potrebbe diminuire del 30% entro il 2060.

Le proiezioni dell’SLF per la fine del secolo sono particolarmente preoccupanti per gli amanti dell’oro bianco. Senza una riduzione delle emissioni dannose per il clima, la copertura nevosa naturale diminuirebbe fino al 70% e la stagione sciistica inizierebbe due settimane o addirittura un mese dopo rispetto ad oggi. Solo le località situate al di sopra dei 2500 metri beneficerebbero di un innevamento naturale sufficiente per uno sfruttamento redditizio della loro zona.

Leggi anche: Nei grafici – In Svizzera lo sci è in caduta libera

-

PREV Tregua tra forze filocurde e combattenti filoturchi nel nord della Siria – rts.ch
NEXT Saranno garantiti i diritti di tutte le fedi, assicura il nuovo Primo Ministro