NARRAZIONE – Il futuro delle due basi russe di Tartous e Hmeimim in Siria è più incerto che mai. La loro perdita avrebbe gravi conseguenze per la proiezione di Mosca verso l'Africa e l'Asia, mentre la guerra in Ucraina spinge la Russia a “de-occidentalizzarsi”.
Vladimir Putin sognava di far rivivere la 5a squadriglia del Mediterraneo, che per 25 anni ha incarnato la presenza navale dell'URSS in questo mare caldo controllato dalla 6a flotta americana. L'ammiraglio Gorchkov, l'onnipotente pascià della marina sovietica, aveva a lungo esortato i suoi superiori a inviare lì le sue navi, senza molto successo. Fu la Guerra dei Sei Giorni del 1967 a offrirgli l’occasione di convincerli: la folgorante vittoria israeliana contro la coalizione di paesi arabi, alleati di Mosca, convinse il Politburo ad ancorarsi nel Mediterraneo.
Creata nello stesso anno, la 5a squadriglia, composta da navi della lontana Flotta del Nord, installata nella regione di Murmansk vicino al Circolo Polare Artico, e quella, più vicina, del Mar Nero, inizialmente ormeggiata in Egitto, poi guidata da Nasser, che morì tre anni dopo. Nel 1971, in seguito al colpo di stato militare che portò al potere in Siria Haffez el-Assad, padre di Bashar, i russi si insediarono…
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