Pubblicato il 29 novembre 2024 alle 19:10 / Modificato il 29 novembre 2024 alle 19:30
3 minuti. lettura
A Mosca circolano voci da almeno due giorni: messo alle strette dalla debacle delle sue truppe nella provincia di Aleppo, il dittatore siriano Bashar al-Assad è sul punto di recarsi al Cremlino – o è già lì con discrezione – per ricercare aiuto del suo alleato Vladimir Putin. Venerdì questa voce ostinata è arrivata alle orecchie del suo portavoce, Dmitri Peskov, che si è rifiutato seccamente di rispondere. Lui, invece, ha denunciato l’offensiva delle forze antigovernative, definendola un “attacco contro la sovranità della Siria”.
Ha inoltre invitato le autorità siriane a “mettere ordine in quest’area il più rapidamente possibile e a ripristinare l’ordine costituzionale”. Questo rimane, ad oggi, l’unico commento ufficiale russo sugli ultimi avvenimenti in questo paese il cui regime è pienamente sostenuto dalla Russia, che è corsa in suo aiuto nel settembre 2015 inviando le sue truppe e la sua aviazione.
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