I termini di applicazione della legge dovranno essere ulteriormente chiariti prima della sua entrata in vigore, prevista tra un anno.
Pubblicato il 29/11/2024 07:45
Tempo di lettura: 2 minuti
“È del tutto probabile che il divieto condurrà i giovani verso aree più oscure di Internet dove non esistono regole generali, strumenti di sicurezza o protezioni”. I rappresentanti dei social network, tra cui un portavoce di TikTok, venerdì 29 novembre hanno condannato la legge australiana che vieta l'accesso alle loro piattaforme ai minori di 16 anni.
Il testo, adottato giovedì dal Parlamento australiano, dovrebbe presto costringere X, TikTok, Instagram, Facebook o Snapchat ad adottare “misure ragionevoli” per impedire ai bambini e ai giovani adolescenti di avere un conto. Il mancato rispetto di tale obbligo comporterà sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani (30,7 milioni di euro).
Meta, società madre di Facebook e Instagram, dal canto suo deplora il fatto che di ciò il settore non abbia tenuto conto “già fatto per garantire esperienze adeguate all’età” garantendo nel contempo il rispetto della legge. Anche il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) in Australia ha stabilito che la legge non lo è “una soluzione miracolosa” contro i pericoli online e potrebbero reindirizzare i bambini verso gli spazi “nascosto e non regolamentato”.
Il primo ministro australiano ha riconosciuto che l'applicazione della legge non sarà perfetta, così come il limite di età per la vendita di alcolici, ma che è comunque il “buona cosa da fare”. Nonostante molte riluttanze, i principali social network si sono impegnati a collaborare con il governo australiano per definire i termini di applicazione della legge prima della sua entrata in vigore, prevista tra un anno. Alcuni esperti hanno espresso dubbi sulla fattibilità tecnica di questo divieto e si chiedono se non si tratti di un testo dal significato simbolico, ma inapplicabile.