L’ospite –
Hai detto wokismo?
Per lo scrittore e filosofo ginevrino il Wokismo è un pericolo per la libertà, la ragione e la scienza.
L’ospite Pubblicato oggi alle 11:07
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Partendo dalle coste californiane degli Stati Uniti, il Wokismo è arrivato rapidamente in Europa e ha raggiunto la Svizzera, che non sfugge alla deriva intellettuale che rappresenta. Mi sono svegliato significa “sveglio” nella lingua popolare afro-americana. Sveglio a cosa? Alle ingiustizie del mondo quotidiano, un mondo costruito su temi che, sotto l’apparenza di generosità umanista, sono in realtà potenti schermi per i cittadini addormentati. Il Wokism mira a svegliare le marmotte.
Non si tratta di una corrente di pensiero unitaria, ma di una nebulosa di minoranze diverse che non concordano sugli obiettivi da raggiungere ma su tre assi fondamentali:
1. Le nostre democrazie producono un’oppressione nascosta che si riscontra ovunque, anche in azioni apparentemente innocue. Si tratta quindi di designare chiaramente queste presunte oppressioni e di attuare comportamenti di sorveglianza ideologica.
2. Le varie identità sono costruzioni sociali dovute ai rapporti di potere di cui facciamo parte. La sfida più conosciuta è la teoria del genere. Sviluppata negli Stati Uniti dalla filosofa Judith Butler, la teoria del genere confuta l’idea accettata da millenni secondo cui l’identità sessuale è condizionata dal sesso biologico. La differenza sessuale è un mito patriarcale il cui scopo è mantenere la disuguaglianza bloccando le donne nel loro ruolo riproduttivo. L’idea di complemento tra uomo e donna è un’idea maschilista che necessita urgentemente di essere decostruita.
3. La prospettiva degli oppressi è superiore a quella degli altri, perché gli oppressi hanno accesso a conoscenze che gli altri non hanno: sanno cosa significa essere una vittima. È quindi lui il prescelto. Si denigra la tradizione dello studio rigoroso, del dibattito, della prova ragionata. Ricordate le fragorose interruzioni alle conferenze dell’Università di Ginevra: “Il tuo libro è una merda; non l’abbiamo letto!” Stiamo entrando in un revisionismo culturale che ruota attorno alla negazione dell’oggettività. Ciò che conta è ciò che sentiamo, ed è sulla base di questo sentimento personale che le cose possono essere giudicate e condannate.
Siamo dall’altra parte del lungo periodo relativistico e tollerante che conosciamo dagli anni Sessanta; siamo caduti nelle grinfie di un vero totalitarismo dogmatico che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi. Avviare la caccia ai maschi, bianchi, eterosessuali e piuttosto anziani: questo il programma. Annullare la tradizione logica (annulla cultura) e non discutere mai, questa è la tendenza accettata.
Decidere se si tratta di una moda o di una tendenza potente che segna una tappa chiave della nostra decadenza dipende dal proprio grado di indulgenza. Resta il fatto che il Wokismo è un pericolo per la libertà, per la ragione e per la scienza.
Oscilliamo tra “Il prezioso ridicolo” e Trissotin. Senza dubbio uno dei motivi per cui si sveglia voglio riscrivere Molière.
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