La decisione è stata presa dopo le critiche del primo ministro Choguel Kokalla Maïga.
Mercoledì la giunta al potere in Mali ha destituito il primo ministro civile Choguel Kokalla Maïga e il governo dopo le critiche di Maïga contro il potere militare, si legge in un decreto letto dalla televisione statale.
Il signor Maïga, nominato al suo incarico dai militari nel 2021 a seguito di un secondo colpo di stato in un anno, era considerato isolato, con una capacità di azione limitata nei confronti dei militari. Il suo licenziamento, però, crea ulteriore incertezza in un contesto già travagliato. “Cessano le funzioni del primo ministro e dei membri del governo”si legge nel decreto del capo della giunta, generale Assimi Goïta, letto dal segretario generale della presidenza, Alfousseyni Diawara.
Crisi multidimensionale
Il signor Maïga è stato licenziato quattro giorni dopo aver espresso pubblicamente, sabato, rare critiche contro la giunta. Ha deplorato di essere tenuto lontano dal processo decisionale relativo al mantenimento dei generali al potere e ne ha fatto menzione “lo spettro della confusione e della fusione” che, secondo lui, resta sospeso nell'attuale cosiddetto periodo di transizione.
La giunta alla guida dal 2020 di questo paese che affronta lo jihadismo e una profonda crisi multidimensionale non è riuscita a mantenere l’impegno inizialmente assunto sotto la pressione internazionale di restituire il potere ai civili eletti nel marzo 2024. Non è stata fissata alcuna nuova scadenza.
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