COLLOQUIO – Il saggista e sociologo del Quebec trae insegnamento dalla vittoria di Donald Trump. La vede come una grave sconfitta per il sistema politico e mediatico dominante. Ma per lui, se la sinistra sveglia è indebolita come mai prima d’ora, non ha ancora detto la sua ultima parola.
Trump è stato eletto con un vantaggio che nessuno aveva previsto. È questo il fallimento del totalitarismo senza gulag che hai descritto nel tuo ultimo libro? ? La lotta alla cosiddetta estrema destra e la strategia della demonizzazione non funzionano più? ?
Innanzitutto c’è una cosa che colpisce di questa vittoria: la sua portata. Trump non si è intrufolato alla Casa Bianca come nel 2016, ha vinto tutto, anche il voto popolare, di fronte a un sistema mobilitato come non mai per mettergli fine.
Dobbiamo ritornare alla storia della strutturazione dello spazio politico americano per comprendere la sequenza attuale. A partire dagli anni Novanta (negli anni Ottanta il reaganismo rappresentò un primo riallineamento politico), si è verificata negli Stati Uniti una forte convergenza tra le élite politiche democratiche e repubblicane. Si unirono nella stessa adesione al messianismo democratico, santificando la “leadership americana” in un mondo sulla via del…
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