IODonald Trump deve essere giudicato in base a ciò che ha promesso. Prenderlo sul serio e in parola è imperativo: crede a quello che dice (almeno temporaneamente). In politica, il 47esimo presidente è un uomo convinto. Convinto e innamorato del proprio genio, si impegnerà a ottenere il massimo da ciò che ha “venduto” in campagna, sia che si tratti della sua azione in casa o in trasferta.
L’errore sarebbe immaginare un “Trump II” più tranquillo, liberato dagli impegni delle settimane passate una volta alla Casa Bianca. Oppure immaginare un 47esimo presidente che non abbia altra ambizione che godersi la contemplazione della propria persona nel ruolo dell'uomo più potente del pianeta.
Trump si è fatto avanti a volto scoperto. Cominciamo dalla politica estera. È contrario al libero scambio; è unilateralista (non gli piacciono le organizzazioni internazionali); disprezza i paesi del Sud (i poveri); rispetta i potenti autocrati (Xi Jinping e Vladimir Putin); odia l'Unione Europea (perché ha un surplus nel commercio con gli Stati Uniti); non sembrava mai preoccuparsi dell’espansionismo russo in Europa o altrove; nega gli effetti del riscaldamento globale; infine, è indifferente alla natura dei regimi politici. Le prime scelte annunciate per comporre la sua squadra sono compatibili con questa visione del mondo.
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Ma vuole cambiare l’America anche all’interno. Sente il ” aggiustare “. Interprete straordinario per la maggior parte dei suoi concittadini, conosce gli umori degli americani. Da più di dieci anni i sondaggi dicono la stessa cosa: il Paese sta andando nella direzione sbagliata. Nato milionario, avventuriero dello sviluppo immobiliare, amante del flash, considerando “vincere” la più alta delle qualità umane, Trump ha comunque la giusta intuizione su ciò che sta vivendo la classe media non qualificata: declino nell’acquisto di potere; regressione dello status sociale e professionale; sensazione di disprezzo nelle proprie convinzioni patriottiche, religiose e culturali. Trump era il suo portavoce.
La metamorfosi di un GOP trumpizzato
Burlone di talento, ha sfruttato la rabbia di questo elettorato. Nell'esercizio, non ha mai esitato a fare appello alla parte più oscura del DNA del Paese (razzismo, sessismo e violenza). Lungo la strada, ha completato la trasformazione del Partito Repubblicano, il Grand Old Party (il GOP). Questo partito non esiste più, formazione di élite economiche, pro-globalizzazione, pro-immigrazione, portatrici di alto e orgoglioso missionario democratico americano. Il GOP Trumpizzato è quello della denuncia permanente delle élite, quello dei confini ermetici, del protezionismo commerciale e del ritiro degli affari mondiali.
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