Africa, 54 paesi, ma solo una voce sul clima

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Simon Maina / AFP

Around thirty African heads of state and government will speak in Baku (Azerbaijan) on Tuesday 12 and Wednesday 13 November, the day after the curtain rises for the twenty-ninth Conference of the Parties to the United Nations Framework Convention on climate change (COP29) . Questo during which around a hundred leaders will speak in total, is supposed to give political impetus to negotiations which, in addition to an explosive agenda on future financial aid from the North towards developing countries, promise to be difficult with the election of Donald Trump and the Probabile ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi.

Loin de boycotter le rendez-vous – à l’instar de la Papouasie-Nouvelle Guinée, qui entend dénoncer ainsi l’inutilité du processus onusien – les leaders africains se sont déplacés en nombre. A côté de figures bien connues, comme le président congolais Denis Sassou-Nguesso, qui parlera la question de la protection des forêts tropicales, d’autres personnalités sont attendues. In particolare il presidente keniota, William Ruto, ospite nel settembre 2023 a Nairobi del primo vertice sul clima africano. Son discours sur la croissance verte et le dépassement du clivage Nord-Sud rassure les pays industrialisés, qui portent la responsabilité historique du dérèglement climatique.

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Può recitare la sua parte nell’arena del clima perché i suoi cinquantaquattro paesi parlano con una sola voce. Nel corso degli anni, i suoi diplomatici hanno imparato a padroneggiare argomenti estremamente tecnici. “L’Africa avrebbe potuto bloccare la firma dell’accordo di Parigi. Ha accettato di partecipare a un processo che le chiede di partecipare alla riduzione dei gas serra senza garanzia di compensazione, Ricorda Marta Torres Gunfaus, direttore del programma climatico presso l’Istituto di sviluppo sostenibile e relazioni internazionali, a Parigi. Son unité lui a permis de pousser des sujets, comme celui de l’adaptation, mais face aux pays industrialisés ou aux grands émergents, sa capacité d’influence demeure encore limitée. »

The group of African negotiators, which brings together delegates from each country and has a solid secretariat, is the linchpin of this common position, endorsed before each COP at the level of environment ministers, then heads of state, as was the case in September, A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Si, in fine, ce sont les ministres qui montent au front sur les sujets les plus difficiles dans la dernière ligne droite des négociations, le gros des décisions adoptées repose sur l’équilibre trouvé en amont entre négociateurs des 195 Etats membres de la convention.

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