l'essenziale
Charlotte Easton, una donna britannica di 40 anni, è cieca e ha problemi di udito. Recentemente ha fatto domanda per le prestazioni sociali, non riuscendo a trovare lavoro a causa della sua disabilità. Richiesta che le è stata rifiutata perché ha potuto recarsi al colloquio accompagnata dalla madre.
Cieca e affetta da diverse disabilità, le sono state rifiutate le prestazioni sociali… perché è andata a un colloquio con sua madre. È quanto ha riferito sabato 9 novembre il media britannico The Observer.
Charlotte Easton, 40 anni, è cieca, ha problemi di udito e soffre della sindrome di Pfeiffer, una rara malattia genetica caratterizzata, tra le altre cose, da malformazioni del cranio. Vive nell'Hertfordshire, nel nord di Londra, con suo fratello che le fa da badante. Secondo The Observer, non può lasciare la sua casa da sola e senza aiuto e quindi non riesce a trovare un lavoro. Per questo ha chiesto l'“Employment and Support Indennità” (ESA), un'indennità destinata ad aiutare le persone che non possono lavorare a causa di una disabilità o di una malattia. Convocata per una valutazione per poter ottenere questo aiuto, Charlotte Easton si è dovuta recare ad Archway, nel nord di Londra.
Un processo umiliante
Lì le è stato chiesto come fosse riuscita ad arrivare al suo appuntamento. Sua madre poi spiega che avevano preso il treno e che lei doveva “guidarla e assicurarsi che la gente non lo facesse [lui] non ci sto”, tra l'altro. “Siccome mia madre mi ha potuto portare lì, mi hanno detto che quello, e il fatto che in passato avevo dei cani e che li facevo entrare in giardino, significava che era perfettamente in grado di funzionare”, ha detto Charlotte Easton a The Observer.
Il 40enne è stato valutato per ulteriore supporto dal Dipartimento del lavoro e delle pensioni (DWP) del Regno Unito, questa volta telefonicamente. Ha ricevuto una risposta per posta che pertanto non ha potuto leggere. Secondo l'associazione Sense, che si batte per l'inclusione delle persone con disabilità, l'esperienza di Charlotte Easton è tutt'altro che isolata. Delle 1.001 persone con disabilità complesse intervistate, il 43% ha riferito di essere stato contattato dal DWP in un formato che non soddisfaceva le loro esigenze. Il 51% ha affermato di sentirsi umiliato dal processo di ricerca dell'aiuto.
Da parte sua, il DWP ha assicurato che intende “lavorare a stretto contatto con le persone disabili per riformare il sistema attuale”.
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