Crisi politica in Israele, Gantz si dimette dal governo del rivale Netanyahu

Crisi politica in Israele, Gantz si dimette dal governo del rivale Netanyahu
Crisi politica in Israele, Gantz si dimette dal governo del rivale Netanyahu
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In Israele, l’unione politica attorno a Benjamin Netanyahu sta implodendo. Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra, ha annunciato domenica sera le sue dimissioni dal governo, in mezzo ai disaccordi con il primo ministro sulla condotta della guerra a Gaza.

“Netanyahu ci impedisce di procedere verso la vera vittoria. Ecco perché oggi lasciamo il governo d’emergenza con il cuore pesante ma senza rimpianti”, ha dichiarato questo rivale del Primo Ministro durante un discorso solenne in televisione.

Netanyahu chiede a Gantz di riconsiderare la sua scelta

Se questo ex generale chiedesse al Primo Ministro di indire elezioni anticipate, le sue dimissioni non dovrebbero causare immediatamente grandi sconvolgimenti politici. Benyamin Netanyahu, leader del grande partito di destra Likud, ha ancora la maggioranza di 64 deputati su 120 nel parlamento israeliano, grazie al sostegno dei suoi alleati di estrema destra.

Molto rapidamente, il Primo Ministro ha risposto a Benny Gantz sul social network X. “Israele è impegnato in una guerra esistenziale su più fronti. Benny, non è il momento di abbandonare la campagna, è il momento di unire le forze”, ha esortato il capo del governo.

Ministro senza portafoglio nel quadro di un governo allargato dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha scatenato la guerra a Gaza, Benny Gantz, leader del partito Unione Nazionale (al centro), ha lanciato il 18 maggio un ultimatum a Benjamin Netanyahu. Mettendo in gioco le sue dimissioni, ha chiesto l’adozione da parte del gabinetto di guerra di un “piano d’azione” sulla questione del dopoguerra nella Striscia di Gaza.

“Ci sono ancora molti ostaggi che non siamo riusciti a riportare a casa. È anche una mia responsabilità”, si è lamentato domenica sera Benny Gantz. La questione degli ostaggi è anche il “motivo principale” delle dimissioni di Benny Gantz, spiega Mairav ​​​​Zonszein, analista dell’International Crisis Group (ICG).

Il ministro di estrema destra chiede l’ingresso nel gabinetto di guerra

Secondo questo esperto, l’ex capo dell’esercito israeliano appariva agli occhi di molti a livello internazionale, “soprattutto negli Stati Uniti”, come un “moderato” nel gabinetto di guerra guidato da Benjamin Netanyahu. Con la sua partenza, così come quella del suo alleato Gadi Eisenkot, sono rimasti solo tre uomini in questo alto luogo di potere, tra cui il Primo Ministro e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant. Domenica sera il ministro di estrema destra Itamar Ben Gvir ha chiesto di entrare a far parte del gabinetto di guerra.

Con l’uscita di Benny Gantz, Benjamin Netanyahu si trova in una posizione delicata, abbandonato da questo centrista e sotto la pressione dei suoi alleati di estrema destra che hanno minacciato di lasciare il governo in caso di accordo con Hamas. Favorito a formare una coalizione in caso di elezioni anticipate, Benny Gantz ha però perso punti preziosi nei sondaggi d’opinione nelle ultime settimane, osserva Mairav ​​​​Zonszein.

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