Un fumetto racconta i massacri di Oradour-sur-Glane: in poche ore, più di 600 abitanti del villaggio brutalmente trucidati dalle SS…

Un fumetto racconta i massacri di Oradour-sur-Glane: in poche ore, più di 600 abitanti del villaggio brutalmente trucidati dalle SS…
Un fumetto racconta i massacri di Oradour-sur-Glane: in poche ore, più di 600 abitanti del villaggio brutalmente trucidati dalle SS…
-

Lo sceneggiatore del fumetto “Oradour, l’innocence assassinée”, Jean-François Miniac, è d’accordo quando gli viene detto che l’uscita di questa terribile storia della fine della Seconda Guerra Mondiale coincide con una possibile ascesa dell’estrema destra durante il voto europeo. E ti fa venire i brividi lungo la schiena…”Hai assolutamente ragione. Se restiamo in Francia, possiamo aspettarci un punteggio significativo da Jordan Bardella, il candidato al Rally Nazionale. Ma la cosa più curiosa è dire che il comune di Oradour, che tuttavia ha un passato oscuro e che rappresenta l’essenza stessa del “mai più”, ha il 20% del suo elettorato che vota a favore di Marine Le Pen…”

Per descrivere, magari alle generazioni più giovani, cosa era Oradour-sur-Glane il 10 giugno 1944, basta citare un solo numero: 643. È il numero delle donne, dei bambini e degli uomini assassinati nell’arco di una notte. pomeriggio in questo comune del Limosino dalla 2a divisione SS “Das Reich”. Le donne e i bambini erano riuniti nella chiesa del villaggio. I nazisti fecero esplodere una bomba sperando di far cadere il caveau sugli sfortunati. Poiché ciò non bastava, finirono tutti con mitragliatrici e granate. Gli uomini, da parte loro, furono radunati in diversi fienili e colpiti da mitragliatrici prima di essere “finiti” con una pallottola alla testa…

Alcuni sopravvissuti, davvero miracolosi, sfuggirono alla trappola per topi tesa dai tedeschi. Tra questi, Robert Héras che ha partecipato attivamente alla realizzazione di quest’opera fornendole numerosi dettagli sulla vita nel villaggio nel passato e sulla barbarie nazista. Morto all’inizio del 2023, avrà visto solo la metà del fumetto completato…”Robert Héras è nato nel 1925. In gioventù ha vissuto l’ascesa dei fumetti, in particolare della serie Zig et Puce. Per lui, un buon modo per sopravvivere al suo lavoro di trasmissione era raccontare la storia attraverso un fumetto. In una recente fiera a Clermont-Ferrand, abbiamo visto alcuni giovani genitori acquistare il fumetto per bambini molto piccoli in modo che potessero leggerlo più tardi…”

Come autori, la domanda che sorge quando scriviamo e disegniamo un simile massacro di popolazione civile è questa: cosa ci permettiamo e cosa ci è proibito? “Rispettiamo la volontà e i limiti delle famiglie, dell’Associazione nazionale dei martiri di Oradour ma anche dei sopravvissuti ovviamente come Robert… Questa è la cosa più essenziale. Avevamo anche i nostri limiti. Ovviamente non si trattava di cadere nel voyeurismo. È puro rispetto. Infine, dal punto di vista narrativo, non ha aggiunto molto… Nel trattamento grafico, possiamo mostrare cose che cadono nel ‘gore’. Esistono diversi modi per rappresentare qualcuno a cui hanno sparato alla testa. “

Il fumetto è infatti di grande dignità. Ai nostri occhi, uno dei successi del lavoro di Jean-François Miniac e Bruno Marivain risiede nella crescente ansia che attraversa le pagine per ciò che attende i poveri abitanti del villaggio. La tensione è terribile, palpabile in tutti i riquadri. “Con un punto di particolare attenzione”spiega Miniac, “il destino di donne e bambini che sono una tragedia nella tragedia… Abbiamo provato a calarci nei panni delle persone sfortunate che non possono immaginare tutto questo. Se si prende il passaggio in cui un paesano di un’altra frazione scopre la chiesa, un solo elemento visivo gli fa capire l’orrore che lì avvenne. Il resto è un mucchio di cenere… Non possiamo immaginare un simile orrore”.

Una trappola agghiacciante che sfocia in un protocollo di esecuzione già utilizzato in Oriente

Ciò che colpisce anche nel fumetto è la mancanza di consapevolezza dei condannati di fronte ai loro carnefici. La spiegazione c’è ed è abbastanza semplice: questi abitanti del villaggio infatti non hanno mai visto nessun tedesco in casa loro in quattro anni di occupazione. Da quel momento in poi, non vedono la trappola agghiacciante chiudersi su di loro, non sospettano la crudeltà delle SS per le quali la vita umana non rappresenta nulla…”Das Reich riprodusse a Oradour-sur-Glane un protocollo di esecuzione già utilizzato durante le campagne sul fronte orientale. Gli autori di questo crimine di massa fanno di tutto affinché le loro vittime non si rendano conto di nulla fino all’ultimo minuto e fino al segnale dell’inizio degli omicidi. Questa è la semplice applicazione del terrore da parte dei nazisti in un paese occupato. Una strategia militare ereditata dalla guerra franco-prussiana del 1870”.

Una storia come questa ti immerge nel cuore stesso dell’ideologia nazista e della totale disumanizzazione degli altri. Come vivi un simile tuffo nell’oscurità più oscura dell’umanità? “Da voi a me, non è l’elemento centrale di questa straordinaria avventura umana. Ho conosciuto persone eccezionali che sono state testimoni dirette o indirette dell’evento. C’è Robert Héras ovviamente ma anche Camille Senon che arrivò nel villaggio subito dopo il massacro e vi rimase tre ore”.

Probabilmente è il bagliore della notte: questo aspetto umano e di trasmissione. E in questo caso la trasmissione ha avuto successo!

-

PREV Il futuro primo ministro britannico Keir Starmer promette “rinnovamento nazionale”
NEXT In Argentina la scomparsa di un bambino alimenta la sfiducia nei confronti delle istituzioni