Manifestazioni in Spagna per denunciare la gestione delle inondazioni mortali – rts.ch

Manifestazioni in Spagna per denunciare la gestione delle inondazioni mortali – rts.ch
Manifestazioni in Spagna per denunciare la gestione delle inondazioni mortali – rts.ch
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Con grida di “assassini”, decine di migliaia di persone hanno manifestato sabato a Valencia la loro rabbia contro la classe politica per la gestione delle inondazioni che la settimana scorsa hanno provocato almeno 220 morti nel sud-est della Spagna.

Secondo la delegazione governativa a Valencia, la manifestazione ha riunito “130.000 persone.

I manifestanti si sono riuniti a fine giornata nella grande piazza antistante il municipio di Valencia per percorrere a piedi il chilometro che lo separa dalla sede del governo regionale.

Al termine della manifestazione ci sono stati scontri con la polizia e gli agenti sono stati presi a sassate dai manifestanti. Una trentina di agenti di polizia sono rimasti feriti e tre persone sono state arrestate.

Manifestazioni si sono svolte anche in diverse altre città spagnole, come Madrid e Alicante.

Sul presidente della Regione Valenciana Carlos Mazón si concentra gran parte della rabbia delle vittime. È stato preso di mira domenica a Paiporta, come il capo del governo e i sovrani, con insulti e lanci di fango. Immagini inedite che illustrano l’esasperazione nelle zone devastate.

>> Rivedi il topic delle 19:30 sull’esplosione di rabbia a Paiporta:

Una folla inferocita getta fango in faccia al re di Spagna in una città duramente colpita dal maltempo / 19:30 / 1 min. / 3 novembre 2024

>>Leggi anche: I leader spagnoli hanno salutato con grida di “assassini!” dalle vittime della regione di Valence

Ma anche il primo ministro socialista Pedro Sánchez non è stato risparmiato dalle critiche. I due uomini sono accusati di aver sottovalutato i rischi e di aver scarsamente coordinato i soccorsi dopo l’alluvione del 29 ottobre.

Avviso non trasmesso o trasmesso a malapena

Carlos Mazón, esponente del Partito Popolare (PP, a destra), è accusato di aver reagito lentamente nonostante l’allarme rosso lanciato dall’Agenzia Meteorologica Spagnola (Aemet) la mattina del 29 ottobre.

Anche questo avvocato, 50 anni, è accusato di essere stato assente per diverse ore quando già cominciava a piovere e si era riunito il comitato di emergenza. Carlos Mazón si è difeso assicurando che stava partecipando a “un pranzo di lavoro” in un ristorante di Valencia, con un giornalista, secondo i media spagnoli.

Tra le accuse mosse dalle vittime, anche il fatto che tutta la popolazione è stata allertata tramite i cellulari solo la sera, quando molte zone erano già sommerse. La principale responsabile delle emergenze della regione, Salomé Pradas, ha ammesso giovedì di non essere a conoscenza dell’esistenza di questo sistema di allarme, prima di ritrattare la sua dichiarazione.

Scarso coordinamento con il governo centrale

In Spagna, un paese molto decentralizzato, la gestione delle catastrofi è infatti responsabilità delle amministrazioni regionali, ma il governo centrale, responsabile dell’emissione degli allarmi tramite Aemet, può fornire risorse e persino assumere il controllo in casi estremi.

È proprio quest’ultimo punto a motivare le critiche dell’opposizione di destra, che accusa il capo del governo socialista di aver lasciato sprofondare la regione con calcoli politici invece di riprenderne il controllo. Pedro Sánchez ha agito “in malafede”, ha criticato Miguel Tellado, portavoce del PP al Parlamento.

Responsabilità da definire

Fonti vicine al governo assicurano da parte loro di voler definire a tempo debito le possibili responsabilità di ciascuno e le eventuali carenze nella gestione del disastro, pur affermando che il governo ha fatto tutto il possibile nell’attuale quadro istituzionale .

Ma per il sindaco socialista di Alaquas Toni Saura, “il coordinamento tra le amministrazioni è stato caotico”, secondo quanto riportato dal quotidiano valenciano Levante.

“Solo el pueblo salva el pueblo” (Solo il popolo salva il popolo, ndr): a Valencia, questo slogan è diventato popolare nelle conversazioni dopo l’ondata spontanea di solidarietà organizzata per compensare gli errori delle autorità.

cabina con afp

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