L’elezione di Donald Trump genera numerose preoccupazioni in tutta la popolazione del Quebec e in Occidente in generale: l’accesso all’aborto, il ruolo degli Stati Uniti sulla scena internazionale, in particolare in Ucraina, il rischio di un ritorno al protezionismo e molte altre.
Tuttavia, ieri abbiamo assistito a fissazione del nostro Primo Ministro sull’immigrazione. Piuttosto che affrontare in modo più specifico i timori sui diritti sociali degli americani, i rischi per la Northvolt e molte altre possibilità, il Primo Ministro del Quebec ha preferito alimentare le braci dell’intolleranza sollevando timori su una minaccia di immigrazione di massa.
Dopo numerosi appelli alla moderazione su immigrazione e identità, vorrei ancora una volta evidenziare un altro errore.
Nessun senno di poi
È vero che il prossimo presidente americano durante la campagna elettorale ha minacciato di deportazione milioni di persone.
Tuttavia, invece di prendere la strada facile dicendoci che è fatta, dovremmo fare un passo indietro e notare che durante il suo primo mandato, molte delle promesse elettorali di Trump non si sono concretizzate.
Prendiamo ad esempio l’accordo economico tra Canada, Stati Uniti e Messico che il presidente americano ha minacciato di stracciare, sebbene sia ancora in vigore oggi. Speriamo ancora che le proposte di Donald Trump vengano attenuate anche nel suo secondo mandato.
Inoltre non viene proposta alcuna soluzione. Siamo quindi d’accordo ad alimentare le paure e i pregiudizi che certamente hanno portato alcuni a non votare per MMe Harris senza offrire soluzioni.
Trova soluzioni
Possiamo istituire un tavolo di emergenza con il governo federale per garantire una distribuzione più equa dei flussi migratori? Il governo federale ha recentemente fatto marcia indietro su questi obiettivi e potremmo aspettarci una maggiore apertura per un’equa distribuzione di un potenziale flusso migratorio, di cui non conosciamo l’entità.
Seguendo il suo slancio, abbiamo potuto osservare il governo del Québec tentare di rimettere il dentifricio nel tubetto parlando di un comitato speciale e confermando che non avremmo visto la Sûreté du Québec pattugliare la frontiera, una proposta inverosimile e irrealistica. .
Invece di lanciarsi in una invettiva contro le minacce migratorie, senza nemmeno proporre soluzioni, il Primo Ministro avrebbe tutto il vantaggio di proteggere il gruzzolo dei quebecchesi e di garantire la sopravvivenza di Northvolt. E’ la sua credibilità economica che rimane il marchio di fabbrica del suo governo che ha già al suo attivo diversi recenti fallimenti.
Vincenzo Boulay
Avvocato
Attivista del Parti Québécois