È morto per 4 ore a Rouvroy, non hanno mai pensato di chiamare l’ambulanza

È morto per 4 ore a Rouvroy, non hanno mai pensato di chiamare l’ambulanza
È morto per 4 ore a Rouvroy, non hanno mai pensato di chiamare l’ambulanza
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L’uomo, completamente stordito, sentiva di non averne ancora avuto abbastanza. Era accompagnato da un conoscente per andare a comprare un carico di cocaina a Longwy. Quando sono tornati, l’uomo si è iniettato la sostanza ed è caduto come un peso. La signora che lo accompagnava fu presa dal panico, non gli prestò la minima attenzione e chiamò due amici che sapevano che sarebbero venuti. Nessuno dei tre ha avuto la presenza di spirito di chiedere aiuto. “L’indagine ha dimostrato che la vittima era ancora viva intorno alle 19:30.assicura la signora Seret. Alle 20:25 hai notato che il tuo amico sbavava e respirava. È morto intorno alle 23,30. Così sei rimasta per quattro ore accanto a un uomo la cui vita stava scivolando via senza chiedere aiuto. Con un po’ di presenza di spirito, oggi sarebbe con noi.”

Punibile con una sanzione penale

L’imputato principale è accusato, oltre che di detenzione e consegna di stupefacenti, di privazione di cure comportanti la morte, punibile con sentenza penale. I due accoliti sono sotto processo per mancata assistenza a persona in pericolo.

Il pubblico ministero ha chiesto pene detentive per ciascun imputato in base al ruolo ricoperto. Il fornitore della cocaina, uno dei pezzi grossi della banda di tunisini che dilaga nella regione di Longwy, ma che consegna la sua merce nel piccolo villaggio di Ville-Houdlémont per evitare di dover attraversare la frontiera, rischia 5 anni di reclusione .reclusione, ma non era presente all’udienza. Anche l’imputato principale, uno spacciatore abituale, è coinvolto in un caso in cui è morto in circostanze poco chiare anche il suo ex compagno. Contro di lei sono richiesti quattro anni. Gli altri due amici del gruppo rischiano 10 mesi di carcere.

Me Gavroy ritiene che i quattro anni richiesti nei confronti della sua cliente siano enormemente esagerati, sapendo che lei ha consegnato solo una delle dodici sostanze ingerite e che non c’è nulla che possa dimostrare che sia stata proprio questa a causare la morte. Gli altri avvocati, Me Marc Kauten e Me Dimitri Soblet, hanno minimizzato il ruolo dei rispettivi clienti, limitandolo, nel peggiore dei casi, ad una scarsa valutazione della situazione. Chiesero assoluzioni. Il tribunale presieduto da Céline Peiffer si pronuncerà il 4 dicembre.

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