In Spagna i cittadini si leccano le ferite e piangono i propri morti, ma rimbomba la rabbia contro le autorità

In Spagna i cittadini si leccano le ferite e piangono i propri morti, ma rimbomba la rabbia contro le autorità
In Spagna i cittadini si leccano le ferite e piangono i propri morti, ma rimbomba la rabbia contro le autorità
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Pubblicato il 1 novembre 2024 alle 04:52. / Modificato il 1 novembre 2024 alle 05:31.

Continuano le ricerche per cercare di salvare le persone ancora disperse nel sud-est della Spagna. Il numero dei morti ammonta attualmente a 158, rendendo queste inondazioni causate dal fenomeno della goccia di freddo – DANA, secondo l’acronimo spagnolo – la catastrofe naturale più grave che abbia colpito il Paese in mezzo secolo. L’acqua si è ritirata, ma la tristezza, la rabbia e la disperazione dei residenti cominciano a riempire le strade della provincia di Valencia e della regione di Castiglia-La Mancia.

La stampa spagnola è, come un uomo, sbalordita dalla situazione da incubo in cui è immersa un’intera parte del paese. Tanto che “gli aggettivi finiscono per perdere il loro significato quando devono descrivere una tragedia della portata di quella che ha devastato Valencia”, scrivono i media locali. Le Province. Un disastro di cui non si conosce ancora il bilancio finale e che continua a crescere. Per il momento la priorità sono i fatti piuttosto che le parole. È necessario immediatamente salvare coloro che possono ancora essere soccorsi e portare aiuto alle tante persone che hanno perso tutto nel disastro, ritengono i media Il motivo: “Ci saranno senza dubbio grandiose dichiarazioni di solidarietà – della cui sincerità nessuno dubita – accompagnate da promesse di sostegno e aiuti di ogni tipo. La cosa più urgente è darci i mezzi per evitare altre vittime e poi aiutare rapidamente le persone più colpite”.

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