“Amore, sesso e la terra promessa” e “Non me ne andrò”: due visioni forti e originali su Israele e Palestina

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Amore, sesso e terra promessa, reportage in Israele e Palestina, Salomé Parent-Rachdi (sceneggiatura), Deloupy (disegno). Edizioni Les Arènes BD, 160 pagine, 24 euro (uscita 4 aprile 2024).Non me ne andrò, la mia storia è quella della Palestina, Mohammad Sabaaneh. Edizioni Alifbata, 128 pagine, 20 euro. (uscita 8 settembre 2023).

Ll conflitto israelo-palestinese da sei mesi ancora una volta satura gli schermi e radicalizza le posizioni. In questo diluvio di immagini e invettive, due recenti fumetti riescono a fornire una prospettiva originale, addirittura inedita, che restituisce parte della complessità del problema.

Corrispondente in Israele e Palestina per diversi anni, in particolare per Médiapart o La Croce, La giornalista Salomé Parent-Rachdi ha scelto un angolo di indagine molto particolare per comprendere meglio la situazione attuale: le relazioni sentimentali. In questo adattamento a fumetti racconta quattordici testimonianze intime e diverse, dove la guerra non è mai molto lontana dall’amore, né dalla storia del presente e dalla politica della religione.

Preceduto da tre dense pagine di aggiornamenti che ricontestualizzano il progetto nella sequenza post 7 ottobre 2023, il racconto collega gli incontri. E mostra la grande diversità di profili che troppo spesso restano fissi e caricaturali, agli arresti domiciliari.

La testimonianza più sorprendente è forse quella di una lesbica palestinese che ha avuto una relazione di quattro anni con un ufficiale dell’intelligence dell’esercito israeliano. – Disegno Deloupy / Ed. Les Arènes BD

Tra loro, una coppia che ha fatto notizia in Israele, quella formata dall’attore israeliano Tsahi Alevi e dalla giornalista palestinese Lucy Aharish e che raccontano le avventure che hanno accompagnato la loro relazione, poi il matrimonio e la nascita del figlio “tra due raccolti “. Incontriamo anche una giovane trentenne palestinese, araba israeliana residente a Tel Aviv, che ha molti rapporti con israeliani ai quali nasconde le sue origini dietro i capelli biondi e gli occhi azzurri. La giornalista, che ritrae se stessa nei racconti, incontra anche un medico ebreo di Lubavitch che cerca di sviluppare l’educazione sessuale per le donne, un giovane gay di Gaza espatriato a Los Angeles, una coppia composta da una giovane musulmana e un cattolico a Gerusalemme o un padre a Gaza. La testimonianza più sorprendente è forse quella di una lesbica palestinese che ha avuto una relazione di quattro anni con un ufficiale dell’intelligence dell’esercito israeliano. Tutti diversi e tanto simili nella loro umanità, resa molto bene dallo stile semi-realistico di Deloupy.

Narrativamente il progetto raggiunge un po’ i suoi limiti, con questo susseguirsi di testimonianze un po’ ripetitive nella forma, legate da una trama un po’ debole e lineare. Ma questo modo di intendere la situazione israelo-palestinese, iniziato nel 2018, rinnova senza dubbio la visione che possiamo avere di essa. Arricchendo e a tratti sorprendente, mostra soprattutto, con grande umanità e delicatezza, una popolazione lacerata, attraversata dalle sue molteplici contraddizioni, che gestisce al meglio le proprie frustrazioni sessuali. Mostra soprattutto la diversità delle persone, troppo spesso congelate in un’opposizione troppo binaria e caricaturale. Anche se l’attentato terroristico del 7 ottobre ha necessariamente irrigidito le posizioni, come dimostrano le testimonianze di alcuni protagonisti in un breve e commovente epilogo.

L’attore israeliano Tsahi Alevi e la giornalista palestinese Lucy Aharish – Drawing Deloupy / ed. Arene comiche

Ha la gamma di colori e profili diAmore, sesso e la terra promessarisponde al bianco e nero, più radicale e frontale, di Non me ne andrò.” Se questa volta viene evocato solo il punto di vista palestinese, lo fa anche in modo composito e plurale, attraverso un bellissimo approccio metaforico.

Qui è l’uomo che è nella gabbia. Rinchiuso, un detenuto riceve la visita di un uccellino che si posa alla finestra della sua cella e gli propone un patto: “Tu fornisci le matite e io fornisco le storie.” Ogni giorno l’uccello racconta le sue storie, evoca i suoi incontri, che il prigioniero disegna utilizzando le foglie che riesce a rubare alle sue guardie. Anche in questo caso emergono profili diversi.

Un territorio visto come un'enorme prigione.
Un territorio visto come un’enorme prigione. – disegno Mohammad Sabaaneh / Ed. Alifbata

Una coppia bloccata a un posto di blocco e la cui moglie non arriverà al reparto maternità di Gerusalemme Est in tempo per partorire, una madre disperata dopo la morte del suo bambino, ucciso mentre andava a scuola, il rumore insistente dei droni che sorvolano Gaza , la tentazione e la formazione di un “martire” o di un padre carcerato che conosce sua figlia solo attraverso una foto. Storie di resistenza, tutte drammatiche ma che riflettono il confinamento globale dei palestinesi, come mostra una doppia pagina molto simbolica, con un territorio trasformato in un labirinto costellato di muri e torri di guardia.

La durezza del soggetto si esprime ancora di più nella tecnica della linoleografia utilizzata per questo album dall’autore palestinese Mohammad Sabaaneh, con il suo sfondo nero da cui emergono linee bianche molto contrastanti, personaggi tagliati con una roncola, grezzi, stilizzati all’estremo.

Autore, illustratore e fumettista riconosciuto con sede a Jenin, in Cisgiordania, rappresentante del Medio Oriente presso il “Cartoonists Rights Network International”, Sabaaneh è stato lui stesso incarcerato per alcuni mesi nel 2013.

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disegno Mohammad Sabaaneh / Ed. Alifbata

È stato in seguito a questa incarcerazione che ha avuto l’idea di questo libro e la scelta di questa tecnica. Come dice nella prefazione, ricordando quello in carcere: “Non ho mai smesso di chiedermi come facessero gli altri detenuti a incidere i loro nomi sui ruvidi tramezzi. Da parte mia, non ho potuto incidere il mio sulle pareti della mia cella. Per questo oggi sono determinato a incidere le loro storie e a farle conoscere al mondo.” Spiega di aver preso in prestito l’uccello nel libro da un’artista palestinese di Gaza, Maisara Baroud. “L’occupante può averlo privato della libertà di movimento, ma non è riuscito a uccidere la bellezza di ciò che fa.» Parole che inevitabilmente assumono un altro significato dopo l’offensiva israeliana a Gaza, ma che si possono applicare anche all’opera di Mohammad Sabaaneh.

Pubblicato per la prima volta in inglese nel 2020, Non me ne andrò si deve questa pubblicazione in francese, all’inizio dello scorso autunno, grazie alle edizioni Alifbata (alle quali si deve anche la scoperta di bellissimi Punto zero). Edizioni che beneficeranno di “carta bianca” durante i prossimi Incontri del Fumetto di Amiens, all’inizio del prossimo giugno.

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Disegno Deloupy / Ed. Les Arènes BD
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Disegno Deloupy / Ed. Les Arènes BD
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Disegno Mohammad Sabaaneh / Ed. Alifbata
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Disegno Mohammad Sabaaneh / Ed. Alifbata

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