ll cantante Philippe Katerine è un (molto) lontano cugino del ministro degli Interni Bruno Retailleau. L’artista ha reagito a questa rivelazione con umorismo e ha colto l’occasione per denunciare la sua politica migratoria.
Il cantante Philippe Katerine ha fatto notizia quest’estate dopo la sua esibizione nudo e dipinto di blu durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Difficile immaginare che il pazzo artista appartenga alla famiglia dell’austero ministro degli Interni LR Bruno Retailleau. Eppure… Il sito di genealogia geneanet.org ha incrociato i suoi dati per affermare che i due uomini sono lontani cugini, ha rivelato La posta occidentale la settimana scorsa.
“Hanno fatto la cosa”
Con molto umorismo, Philippe Katerine ha reagito a questa “rivelazione” durante la sua rubrica settimanale su France Inter, questo giovedì. Ha tenuto a ricordare che molte celebrità condividono radici comuni: Beyoncé e Elisabeth II, Robert Ménard e Emmanuel Macron, Pascal Légitimus e Laurent Voulzy… Sullo sfondo della famosa hit Gym Tonic Toutoutouyoutou, Philippe Katerine canta: “Sono cugino di ‘una celebrità poco chiara, Bruno Retailleau (…) Questo è l’8e generazione. Nel 1779, poco prima della guerra della Vandea, due nostri antenati fecero la cosa ed eccoci qui nel 2024, cugini. »
Prima di inventare la sua infanzia nella stessa famiglia del ministro… e allo stesso tempo attaccarlo sulla sua politica migratoria: “Ricordo il piccolo Bruno, anche se ha otto anni più di me (…) Parlava meglio di quanto chiunque potrebbe mai parlare ma già diceva le stesse cose… tipo: no, l’immigrazione non è un’opportunità per la Francia. » Commento del ministro alla fine di settembre, quando affermava di voler ridurre il numero delle regolarizzazioni degli immigrati privi di documenti nel paese.
Philippe Katerine ha concluso la sua rubrica cantando sulle note di Nato da qualche partedi Maxime Forestier: “Non scegli i tuoi genitori, non scegli la tua famiglia. Siamo tutti cugini di Bruno Retailleau, perché solo 7.000 generazioni ci separano dal primo homo sapiens in Etiopia. Ecco qua, scusa! »
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