Qualsiasi riscaldamento del clima, anche temporaneo, oltre 1,5°C, il limite ritenuto più sicuro dagli scienziati, porterebbe a “conseguenze irreversibili” per il futuro dell’umanità, conclude un ampio studio pubblicato mercoledì su “Nature”.
Questo avvertimento, frutto di 3 anni di lavoro portato avanti da 30 scienziati internazionali, risponde a una questione sempre più attuale visto il ritardo dell’umanità nel ridurre le proprie emissioni di gas serra: poiché il limite di 1,5°C fissato dall’accordo di Parigi a volte sembra compromessa, non dovremmo risolverci a vedere superata questa soglia per qualche decennio prima di un possibile raffreddamento delle temperature?
No, rispondono gli scienziati, uno scenario del genere, soprannominato “overshoot”, non equivale a fare di tutto per fermare il riscaldamento globale, perché potrebbe portare a ripercussioni “irreversibili”, che dureranno per millenni.
In una tale traiettoria si raggiungerebbero “punti critici”, come lo scioglimento del permafrost e delle torbiere, due immensi serbatoi di carbonio che, se scomparissero, rilascerebbero enormi volumi di gas serra che riscalderebbero il pianeta.
Se la soglia di 1,5°C venisse superata per un secolo, il livello del mare potrebbe aumentare di altri 40 centimetri, il che diventerebbe una questione di vita o di morte per i paesi insulari, dicono gli autori, ad esempio.
Il mondo non sarebbe più lo stesso
“Anche se abbassassimo le temperature, il mondo in cui viviamo non sarebbe più lo stesso che se non avessimo superato il limite”, spiega Carl-Friedrich Schleussner, ricercatore presso l’Istituto internazionale di analisi dei sistemi applicati (Austria) che ha guidato la squadra.
Secondo le Nazioni Unite, gli impegni climatici di tutti i paesi stanno portando il mondo a un riscaldamento di quasi 3°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale.
Le emissioni di gas serra dell’umanità sono vicine al picco, ma il declino non è ancora iniziato mentre dovranno essere ridotte di quasi la metà entro il 2030 per sperare di raggiungere il limite di 1,5°C.
Tale obiettivo, tuttavia, rappresenterebbe solo un passo verso il raggiungimento della neutralità del carbonio entro il 2050, quando i pozzi naturali di carbonio e la tecnologia assorbiranno una quantità di gas serra pari a quella rilasciata dalle attività umane.
Dato il ritardo, alcuni scienziati e decisori politici ora ritengono inevitabile superare la soglia di 1,5°C. Per Schleussner, questi risultati rafforzano “l’urgenza che i governi agiscano per ridurre le emissioni ora e non più tardi, al fine di mantenere il picco di riscaldamento il più basso possibile”.
(afp)