Un anno dopo il 7 ottobre, migliaia di manifestanti sostengono Gaza

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(Londra) A Londra, Parigi, Roma, Caracas e perfino a Città del Capo, migliaia di persone hanno manifestato il loro sostegno ai palestinesi di Gaza, ma anche in Libano, a quasi un anno dalle stragi del 7 ottobre e dall’inizio della devastante guerra di Israele ritorsione contro Hamas.


Inserito alle 12:48

Aggiornato alle 15:36

Sventolando bandiere palestinesi e libanesi, diverse migliaia di manifestanti si sono avviati nel centro di Londra alla fine della mattinata, con l’ex leader laburista Jérémy Corbyn (ora indipendente) e l’ex primo ministro scozzese Humza Yousaf in testa.

“Palestina libera, libera” o “Stop ai bombardamenti sugli ospedali” sono stati tra gli slogan più popolari scanditi dai manifestanti, che hanno marciato pacificamente.

“Quanti altri palestinesi o libanesi innocenti dovranno morire? ha chiesto Sophia Thomson, 27 anni, che stava manifestando con gli amici.

Domenica si terrà a Londra una manifestazione in ricordo delle 1.205 persone uccise durante l’attacco senza precedenti di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre.

Durante l’offensiva lanciata in risposta da Israele, sono stati uccisi a Gaza almeno 41.825 palestinesi, in maggioranza civili, secondo i dati del ministero della Sanità del governo di Hamas, ritenuti attendibili dall’ONU.

In Libano, dove Hezbollah ha aperto un fronte a sostegno di Hamas, dall’ottobre 2023 sono state uccise più di 2.000 persone, secondo le autorità.

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FOTO JUSTIN TALLIS, AGENCE FRANCE-PRESSE

Manifestanti filo-palestinesi prendono parte a una marcia a Londra il 5 ottobre.

A Dublino, diverse centinaia di persone hanno manifestato il loro sostegno ai Gazouis, gridando “libertà e giustizia per i palestinesi”, ha osservato l’AFP.

A Berlino, una manifestazione filo-palestinese ha riunito più di mille persone e un’altra filo-israeliana ne ha riunite circa 650, secondo la polizia.

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FOTO YARA NARDI, REUTERS

I manifestanti lanciano oggetti durante una manifestazione filo-palestinese a Roma il 5 ottobre.

Fuori dal corteo di quest’ultima manifestazione, sono state arrestate 26 persone che si erano rivolte ai manifestanti, ha detto all’AFP un portavoce della polizia.

“Troppo tardi”

A Roma sono scoppiati scontri tra giovani filo-palestinesi e la polizia, con lancio di bottiglie, petardi, gas lacrimogeni e uso di idranti, dopo una manifestazione che ha riunito migliaia di persone.

“L’Italia deve smettere di vendere e inviare armi a Israele”, “Palestina libera” e “Israele è uno stato criminale”, gridavano i manifestanti.

In Francia, diverse migliaia di persone hanno marciato a Parigi e in diverse altre città per sottolineare la loro “solidarietà al popolo palestinese e libanese” e chiedere al governo francese di agire di più.

A Parigi, sotto un sole splendente, 5.000 manifestanti, secondo la polizia, hanno marciato gridando “La Palestina vivrà, la Palestina vincerà”. In testa al corteo, diversi esponenti politici della sinistra radicale, in particolare il rappresentante della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon.

Il presidente francese Emmanuel Macron si è espresso nel pomeriggio a favore della sospensione delle consegne a Israele delle armi usate a Gaza.

Ma per Mohammed Ghili, 52 anni, membro dell’associazione Palestine Solidarity, se “è una buona notizia, arriva troppo tardi” di fronte a quello che definisce “genocidio”.

Tra la folla, Maya, 37 anni, ricercatrice di fisica franco-libanese arrivata da Beirut una settimana fa, ha detto di essere “sbalordita dal trattamento mediatico” dell’escalation in Libano. “Non sentiamo parlare di bombardamenti sui civili”

Diverse centinaia di persone hanno marciato anche a Lione (sud-est), Tolosa (sud-ovest), Nantes (ovest) e Strasburgo (est), hanno notato i giornalisti dell’AFP.

“Iran, colpisci Tel Aviv”

A Basilea, in Svizzera, migliaia di persone si sono radunate in un parco vicino alla stazione ferroviaria su appello della Federazione Svizzera-Palestina e di circa 100 organizzazioni.

A Madrid, 5.000 persone, secondo le autorità, hanno manifestato in seguito all’appello della Rete di Solidarietà contro l’Occupazione della Palestina (RESCOP), con cartelli “Boicottaggio Israele” o “L’umanità è morta a Gaza”.

I manifestanti hanno chiesto al primo ministro Pedro Sanchez, che negli ultimi mesi ha aumentato le sue posizioni critiche nei confronti di Israele, di rompere le relazioni diplomatiche con questo paese.

In Venezuela, centinaia di sostenitori del governo di Nicolas Maduro e membri della comunità araba hanno manifestato davanti alla sede dell’ONU a Caracas.

Sventolando una bandiera palestinese lunga 25 metri e gridando “Lunga vita alla Palestina libera” o “Iran, Iran, colpisci Tel Aviv”, i chavisti hanno consegnato alle Nazioni Unite un documento in cui chiedono la fine del “genocidio” del popolo palestinese e ad “azioni concrete” contro Israele.

In Sud Africa, nel centro di Città del Capo, centinaia di persone hanno manifestato, sventolando bandiere palestinesi e scandendo slogan anti-israeliani.

Brandendo cartelli che accusano Israele di genocidio e razzismo, i manifestanti – molti dei quali indossavano la kefiah, simbolo della lotta palestinese contro Israele – si sono diretti verso il Parlamento sudafricano.

“Israele è uno stato razzista” e “Siamo tutti palestinesi”, hanno cantato i manifestanti.

Alcuni di loro hanno affermato di sostenere la denuncia del Sud Africa davanti alla Corte internazionale di giustizia (ICJ).

Pretoria sostiene che l’offensiva israeliana a Gaza viola la convenzione Onu del 1948 sul genocidio.

Molti sudafricani paragonano la posizione di Israele nei confronti dei palestinesi all’apartheid, il regime segregazionista imposto dalla minoranza bianca del paese fino alle prime elezioni multirazziali del 1994.

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