Nell’Assemblea, Michel Barnier annuncia il seppellimento della riforma contestata

Nell’Assemblea, Michel Barnier annuncia il seppellimento della riforma contestata
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ALAIN JOCARD/AFP Sulla Nuova Caledonia, Barnier (qui il 1° ottobre) rimprovera Macron per la sua gentilezza

ALAIN JOCARD/AFP

Sulla Nuova Caledonia, Barnier (qui il 1° ottobre) rimprovera Macron per la sua gentilezza

POLITICA – Ricongelare. Michel Barnier annuncia martedì 1° ottobre il rinvio delle elezioni provinciali in Nuova Caledonia “fino alla fine del 2025” e che il disegno di legge costituzionale per lo scongelamento del corpo elettorale, all’origine dei disordini che hanno infiammato l’arcipelago, non “non sarà sottoposto al Congresso”.

“Ora deve iniziare un nuovo periodo, dedicato alla ricostruzione economica e sociale della Nuova Caledonia, alla ricerca di un consenso politico sul suo futuro istituzionale”ha assicurato ulteriormente il primo ministro, desideroso di mettersi in gioco “personalmente” in questa cartella.

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Il capo del governo ha inoltre indicato che “ missione di consultazione » guidati dai presidenti dell’Assemblea nazionale e del Senato, Yaël Braun-Pivet e Gérard Larcher, visiteranno il sito “a breve”. Il presidente della Repubblica dovrebbe confermare formalmente la sua scelta a novembre, nel corso di un incontro con gli eletti dell’arcipelago.

Mélenchon applaude questo” liquidazione »

Un annuncio particolarmente apprezzato, soprattutto a sinistra, dove da mesi si lotta contro il piano di scongelamento dell’elettorato. Nell’emiciclo, molti applausi sono arrivati ​​dai banchi dei ribelli, dei socialisti e degli ambientalisti, cosa rara questo martedì pomeriggio.

Sui social network, Jean-Luc Mélenchon sostiene e crede nello stesso spirito di Michel Barnier” motivo per liquidare la disastrosa politica di Macron in Nuova Caledonia-Kanaky. » « È tempo di tornare alla ragione e alla responsabilità », aggiunge da parte sua la senatrice ambientalista Mélanie Vogel, accusando il precedente governo di aver “ creato e nutrito » rabbia per diversi mesi.

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Dalla primavera del 2024, la Nuova Caledonia attraversa una grave crisi che ha visto la mobilitazione contro la famosa riforma degenerare in rivolte che hanno distrutto il tessuto economico dell’arcipelago, provocato 13 morti, tra cui due gendarmi, e causato almeno due miliardi di euro di danni. Coincidenza o meno del calendario, una delegazione di funzionari eletti della Nuova Caledonia era presente martedì all’Assemblea Nazionale per assistere al discorso del Primo Ministro.

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