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Cosa dicono gli archivi segreti francesi sulla marocchinità di Tindouf

Cosa dicono gli archivi segreti francesi sulla marocchinità di Tindouf
Cosa dicono gli archivi segreti francesi sulla marocchinità di Tindouf
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Attraverso questo qsar diventato città, in questo caso Tindouf, esamineremo gli archivi segreti francesi per capire cosa dicevano gli ufficiali francesi e le popolazioni marocchine prima dell’annessione del qsar a beneficio dell’Algeria.

Infatti, l’anno 1958, due anni dopo l’indipendenza del Marocco e quattro anni dopo l’abolizione del comando delle frontiere di Agadir nel 1954-1955, che conferiva al Marocco il diritto di controllare le regioni sahariane fino al nord della Mauritania , la Francia ha deciso di creare uno Stato”Reguibat» di usarlo come ostacolo all’avanzata dei combattenti dell’Esercito di Liberazione Marocchino. Questo progetto fa seguito al rifiuto del re Mohammed V di negoziare la questione dei confini con la Francia e di beneficiare dello sfruttamento congiunto della miniera di ferro di Gara Djbilet. Il defunto Mohammed V preferì risolvere la disputa sul confine con i fratelli algerini una volta ottenuta la loro indipendenza.

Questi rapporti segreti su Tindouf rivelano fatti che sono contrari alla narrativa ufficiale dell’Algeria post-1962. È il caso delle macchinazioni algerine alla vigilia dell’indipendenza, nel 1962, quando il sindaco di Adrar incaricato dalla cellula dell’FLN di Gao (l’attuale Mali) di creare un comitato dell’FLN a Tindouf venne cacciato dalla popolazione che si considerava marocchina. . . In seguito a questo fallimento, un secondo tentativo è stato orchestrato dall’esercito algerino che ha chiesto al leader di Tadjakant di assumere il comando di un comitato dell’FLN, ma quest’ultimo ha rifiutato l’offerta.

Il 28 giugno le autorità francesi hanno rallentato la ripresa Tindouf dal Marocco e ne ha facilitato l’annessione da parte dell’Algeria: “Dopo il fallimento della missione del sindaco di Adrar inviata a Tindouf nel maggio (1962) dalla cellula FLN di Gao (Mali) per costituire un comitato popolare (la presidenza fu offerta al caid di Tadjakant che la rifiutò), il prefetto di Colomb-Béchar chiese all’Esecutivo Provvisorio intorno al 15 giugno di stabilirvi un’unità dell’ALN (Esercito di Liberazione Nazionale), dichiarando che considerava questo territorio come parte dell’Algeria, libero ai Reguibat di lasciarlo se lo desideravano, di unirsi Marocco»[1]. Molti di questi considerati marocchini da Reguibat e altre tribù sahrawi furono costrette a subire uno sfollamento inverso nel 1975: nei campi di Tindouf questa volta perché la città era stata algerizzata.

Un altro documento segreto, datato 30 maggio 1962, ma più incisivo, parla della realtà storica e politica dei mercati marocchini nel Sahara e conferma che:

«Tradizionalmente e per ragioni di distanza, gli scambi economici di questi nomadi sono sempre stati effettuati con il Marocco. Gli unici sbocchi redditizi per la vendita dei loro cammelli sono i mercati del sud del Marocco e soprattutto Goulmim, soprannominato il “porto del Sahara”. La maggior parte della clientela del moussem annuale da noi creato a Tindouf nel 1950, così come i principali commercianti di questo centro sono marocchini».

Lo stesso documento segreto fa una rivelazione che spiega in parte le motivazioni che governarono il conflitto del Sahara Atlantico:

«È dal Marocco, invece, che partirono, dal 1934 al 1956, tutti i convogli che portavano rifornimenti o materiali nel Sahara Occidentale e fino ad Atar (Mauritania), mentre due dei tre progetti di costruzione ferroviaria per l’evacuazione del minerale da Gara-Djebilet guidarono il linea fino alla costa atlantica a sud di Agadir».

Questo documento riconosce anche inequivocabilmente i legami storici tra Tindouf e il Regno del Marocco:

«È vero che la propaganda marocchina, le cui rivendicazioni abbracciano l’intero “Trab R’guebi” e che presenta il Regno alawita come sostituto della Francia nel sostegno economico dei cittadini di Tindouf, ha già dato i suoi frutti tra loro. che da molto tempo pregano nel nome del Re. Le diverse fazioni, compresi i leader dei nostri Harkis, hanno allacciato contatti e assicurazioni sia a Tarfaya che a Rabat dove diverse delegazioni si sono recate in occasione dell’Eid El Kébir e hanno giurato fedeltà ad Hassan II».

Fu in seguito ad un’alleanza tra l’Algeria, erede del progetto coloniale, la Spagna che voleva salvaguardare le sue posizioni nel Sahara e la Francia che difendeva i suoi interessi in Mauritania alla quale era alleata da accordi di difesa, che la ripresa di Tindouf era fallita. A ciò si aggiunge il fatto che la presenza armata francese a Tindouf e nei suoi dintorni ha favorito un’occupazione militare algerina compatibile con gli accordi di Evian. Così come l’alleanza franco-spagnola sul rifiuto del Marocco di recuperare Tindouf ha portato al progetto di superare la linea ferroviaria per evacuare il minerale da Gara Djebilet attraverso il cosiddetto Sahara spagnolo. Questo progetto non venne realizzato, ma l’Algeria indipendente lo sottoscriverà e mobiliterà risorse considerevoli, a partire dal 1973, destinate a contrastare l’integrità territoriale del Marocco nella speranza di aprire un corridoio sull’Atlantico.[2].

[1] Divisione Intelligence, Centro Operazioni Intelligence, Documento Segreto, N. 336, Courneuve, Box 147, Marocco 1956-1968.

[2] Jillali El Adnani, “Il Sahara alla prova della colonizzazione, un nuovo sguardo alle questioni territoriali»Pubblicazioni della Facoltà di Lettere, Rabat, 4a edizione, 2022.

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