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La tassa sui cani in Germania genera entrate record

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Tra i nostri vicini tedeschi, l’imposta pagata dai proprietari di cani ha generato quasi 420 milioni di euro di entrate per i comuni nel 2023, un record.

Si tratta di un’imposta piuttosto insolita, ma che genera entrate significative. In Germania, una tassa sui proprietari di cani ha generato entrate per quasi 420 milioni di euro nel 2023, riferiscono i nostri colleghi di Les Echos.

Questo importo rappresenta un aumento dell’1,6% rispetto all’anno precedente, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica diffusi dal quotidiano tedesco Deutschlandfunk.

Un obbligo amministrativo

Sebbene questa tassa possa far sorridere, il nostro vicino tedesco prende molto sul serio questa misura fiscale.

Come indica il sito tedesco di comparazione prezzi Tarifcheck, ogni proprietario è obbligato a registrare il proprio cane all’interno del proprio comune “a fini fiscali”. Se questa norma non viene applicata, il proprietario rischia una multa che può superare “diverse migliaia di euro per ogni cane non registrato”, indica il sito tedesco.

Tasse che variano a seconda della città

Il notevole aumento delle entrate derivanti da questa tassa sui nostri compagni a quattro zampe non significa necessariamente un aumento della popolazione canina. Secondo il comparatore di prezzi online tedesco Tarifcheck.de, l’importo della tassa sui cani varia a seconda del comune e anche a seconda della razza posseduta dal proprietario.

Ad esempio, nel 2024, nella capitale tedesca, la tassa sui cani per tutte le razze ammonterà a 120 euro all’anno per il primo cane e a 180 euro per ogni cane aggiuntivo.

La città di Amburgo, dal canto suo, presenta un importo inferiore a quello di Berlino per un proprietario di cane “classico”. Un residente in città deve pagare 90 euro per cane, ma se l’animale è iscritto nell’elenco dei “cani pericolosi” la tassa ammonterà a 600 euro per cane all’anno.

Tuttavia, le norme tedesche esentano dalla tassa diverse categorie di cani o applicano riduzioni. È il caso dei “cani da terapia, da guardia e da caccia”, dei “cani da assistenza” o anche dei “cani allevati a scopo commerciale”.

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