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Nintendo, EA, eSport… Come l’Arabia Saudita piazza le sue pedine nei videogiochi

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Con l’obiettivo di diversificare la propria economia, l’Arabia Saudita sta cercando il suo posto nel mercato sempre più redditizio dei videogiochi aumentando gli investimenti, a volte inaspettati.

Scommettere sui videogiochi e affermarsi come leader è il grande progetto dell’Arabia Saudita. Da diversi anni il Paese ha nel mirino il settore dell’intrattenimento. Ha investito somme colossali sin dai primi investimenti azionari nel settore dei video di gioco nel 2021 – quasi 38 miliardi di dollari, secondo il Japan Times. Un investimento che non è casuale.

Il Fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita (PIF) possiede in particolare il 7,54% di Nintendo (secondo un documento normativo risalente all’inizio di ottobre 2024) e il 9% di Electronic Arts. Ma ha anche le sue quote in altri grandi nomi dell’intrattenimento: Activision Blizzard (Call of Duty), Capcom (Resident Evil, Street Fighter), prendine due (GTA) o il bis di Koei Tecmo (Guerriero della dinastia). Investimenti che non potranno che accelerare, secondo l’agenzia di stampa giapponese Kyodo Notizie.

Un ingresso graduale nel settore

Va detto che il fondo sta ampliando la propria strategia. Ora sta trasferendo tutte le sue azioni nella sua società di investimento specializzata in videogiochi ed eSport, Savvy Games Group.

Nel 2022, il regno ha acquisito anche il prestigioso editore giapponese SNK (Re dei combattenti), tramite la fondazione del principe Salmane. Un fiore all’occhiello dei videogiochi giapponesi, in un contesto di notevole popolarità dei giochi di combattimento nei paesi arabi.

Ambizione e denaro danno al Paese del Golfo anche i mezzi per destabilizzare l’intero settore, come quando alla fine ha rifiutato un accordo da 2 miliardi di dollari con il colosso svedese Embracer. L’inversione di rotta, rivelata nel maggio 2023 da Axios, ha costretto Embracer a liquidare gran parte dei suoi asset e a dividersi in diverse entità.

E l’appetito dell’Arabia Saudita è in crescita. In un’intervista rilasciata a Kyodo In occasione del Tokyo Game Show di fine settembre, il vicepresidente di Savvy Games Group, il principe Faisal bin Bandar bin Sultan Al-Saud, ha menzionato “la possibilità” di acquistare ulteriori azioni di diversi colossi giapponesi dei videogiochi. Tuttavia, ha chiarito di non voler affrettare i riacquisti di azioni proprie, sottolineando “la comunicazione che va nella giusta direzione” con i suoi partner.

Il buon senso piazza con attenzione le sue pedine, anche in aziende emblematiche come Nintendo. Investimenti che potrebbero sorprendere, ma che ora fanno del fondo saudita il secondo azionista della società regina dei videogiochi giapponese.

Una visione a lunghissimo termine

Si tratta di un punto di svolta per l’economia del Paese, che si sta gradualmente allontanando dall’industria petrolifera per favorire l’intrattenimento digitale. Un’iniziativa coerente con il piano Saudi Vision 2030, un piano che mira a diversificare l’economia del Paese, aumentandone significativamente l’influenza globale.

Spesso criticato dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani, il tentativo saudita di affermarsi nel mondo dei videogiochi potrebbe assomigliare a una sorta di diversivo, con, come primo punto di vista, l’organizzazione l’estate scorsa della prima Coppa del mondo di eSport nella capitale Riad. Un evento che riunisce squadre di tutto il mondo su diversi giochi, con in palio 60 milioni di dollari. Il Paese ha anche rilevato i Giochi Olimpici degli eSport che organizzerà tra il 2025 e il 2037.

Soprattutto l’Arabia Saudita lavora dal 2019 al grande progetto Qiddiya City. Questo sito vicino a Riad sarà un luogo di intrattenimento con lo sviluppo di una pista di Formula 1 o di un parco a tema Sfera del Drago. Concentrandosi sui videogiochi e sugli eSport, la città dimostra di puntare anche a diventare una roccaforte dell’industria dei videogiochi.

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