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Da obiettivo secondario a questione secondaria, come Emmanuel Macron si è lasciato sfuggire i conti pubblici

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NARRAZIONE – La politica economica non è mai andata oltre il “whatever it takes”, mobilitato durante il Covid, né dall’era del denaro gratuito.

Non è un mistero: le questioni di bilancio non hanno mai veramente interessato Emmanuel Macron. In questa materia il “allo stesso tempo” delle origini era un “né né”. Né rigore né promemoria. « Per quanto non sarebbe rilevante puntare all’equilibrio dei nostri conti pubblici in un contesto di transizione come quello attuale, non sarebbe salutare non preoccuparsi del livello della nostra spesa pubblica e della sua efficacia. »scriveva il candidato Macron nel 2016.

È stato eletto con l’ambizione di trasformare il modello economico per renderlo più favorevole agli investimenti, più attraente, più produttivo, più innovativo. Il risanamento delle finanze pubbliche è stato un obiettivo secondario, sia un impegno da dare all’Unione europea che Emmanuel Macron ha posto al centro del suo progetto, sia una conseguenza naturale del miglioramento dell’attività in Francia.

Un programma di riforme che non è stato completato

E sul fronte gli inizi del primo quinquennio erano promettenti…

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