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Nelle notizie: pluripremiato e privo di documenti…

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E’ una storia che ci racconta Pubblicazione a Parigi, quella di Abou Sangaré, 23 anni, operaio meccanico di origine guineana, entrato in Francia a 16 anni, che vive ad Amiens, e che è ancora privo di documenti.

Un giorno, ha ricevuto un casting per un film che raccontava la storia di un migrante privo di documenti che consegna una bicicletta. Ottiene il ruolo. Ed è così che Abou Sangare diventa Souleymane, in La storia di Souleymane del regista Boris Lojkine. Il film, in uscita domani mercoledì, è selezionato a Cannes e Abou Sangare riceve il premio per la performance maschile della categoria Un certo riguardo.

Commento da Pubblicazione : « questo film non potrebbe arrivare nei cinema in un momento migliore. Il suo attore principale (…) vive da sette anni ad Amiens senza documenti, dopo tre rifiuti di regolarizzazione, anche se un’azienda locale è pronta a offrirgli un contratto a tempo indeterminato. Abou Sangare ha ricevuto una standing ovation a Cannes quando gli è stato assegnato il premio come miglior attore dalla giuria di Un certain aware. Incredibile affronto alle notizie politiche francesi, esclama Liberation, mentre l’estrema destra, che deve dimenticare gli errori di casting tra i nuovi eletti e la minaccia legale che incombe sul suo capo, alimenta la fantasia della sommersione migratoria, e il ministro degli Interni Bruno Retailleau, in lizza per da tanti anni da ministro, sta anche superando se stesso. Dopo il successo ottenuto a Cannes, Sangare è stato informato che avrebbe potuto presentare una nuova richiesta di regolarizzazione alla prefettura. È molto probabile che il giovane ottenga i suoi documenti. Ma, meraviglie Liberazione, quanti Sangare si trovano nella stessa situazione senza avere la possibilità che la copertura mediatica possa migliorare la loro sorte? »

Abou Sangare viene interrogato a lungo Pubblicazione. Alla domanda: “ vuoi continuare nel cinema? “, lui risponde:” Mi piace, ma non è un sogno. Il mio sogno è restituire qualcosa a tutta la gente di Amiens (colleghi, capi, insegnanti, associazioni…) almeno una parte di quello che mi hanno dato è poter entrare nell’azienda che mi offre lavoro. »

Spagna: troppi immigrati…

Ancora il problema dell’immigrazione, questa volta in Spagna… Con questo sondaggio pubblicato dal quotidiano Il Paese. Un sondaggio che indica che “ Il 57% degli intervistati ritiene che in Spagna ci siano “troppi” immigrati e il 75% li associa a concetti negativi. (…) Anche se l’inflazione, la disuguaglianza e l’edilizia abitativa rimangono le aree di maggiore preoccupazione (per gli spagnoli), le preoccupazioni sull’immigrazione sono aumentate di 16 punti nell’arco di un anno e mezzo. »

Commento daIl Paese : « l’ingresso in politica di partiti con discorsi xenofobi, così come l’enorme quantità di informazioni allarmistiche non adeguatamente verificate, spiegano, tra gli altri fattori, perché l’opinione pubblica (spagnolo) sta cambiando per quanto riguarda l’immigrazione. »

UN ” anno lungo quanto l’eternità e sterile come un deserto…”

Infine, a margine delle commemorazioni del massacro del 7 ottobre, questa lettera alla defunta madre dello scrittore e poeta israeliano Etgar Keret pubblicata dal Custode a Londra: Cara mamma, scrivein Israele, quest’anno è stato particolarmente orribile. Come vorrei che tu fossi qui. (…) Per un anno, il nostro Primo Ministro non è stato in grado di dire alla sua nazione e al mondo come immagina Gaza una volta finita questa guerra senza fine, e non ha ritenuto opportuno ammettere la sua responsabilità per i fallimenti in termini di sicurezza che hanno portato alla morte di diverse centinaia di suoi concittadini. (…) Quest’anno è stato lungo come l’eternità e arido come un deserto, continua Etgar Keret nel Guardian, e alla fine ci ritroviamo accanto a un mucchio di cadaveri, senza un briciolo di comprensione o speranza. (…) Molti israeliani dicono di essere felici che i loro genitori non siano più vivi per vedere cosa è successo al paese per cui si sono sacrificati così tanto, ma sono triste ogni giorno di non averti più. Lo so, conclude lo scrittore israelianoche se fossi vivo, tu e papà sareste almeno riusciti a guardare oltre l’oscurità e la tristezza e a trovare un percorso di luce pieno di speranza. »

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