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Lo “sforzo” si baserà soprattutto sull’aumento delle tasse

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Il primo ministro Michel Barnier parla dopo il suo discorso di politica generale all’Assemblea nazionale a Parigi il 1° ottobre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

Michel Barnier forse non è quello che pensiamo. Dietro l’immagine che vuole darsi, quella di un leader di destra pronto a tagliare coraggiosamente la spesa statale per salvare il Paese, il primo quadro di bilancio completato dal nuovo primo ministro e consultato dal Il mondo disegna un altro profilo. L’uomo del rigore dovrebbe essere anche l’uomo dello spettacolare aumento delle tasse. Secondo questo documento, gli aumenti fiscali rappresenteranno oltre il 60% dello sforzo di risanamento finanziario previsto per il 2025 rispetto al 2024.

Leggi l’analisi | Articolo riservato ai nostri abbonati Bilancio: il governo promette 40 miliardi di risparmi dal 2025

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Un piano di austerità da 60 miliardi di euro in un anno, di cui 40 miliardi di riduzione della spesa e 20 miliardi di tasse aggiuntive. Queste tre cifre, enormi, impressionanti, sono al centro della comunicazione di Barnier in vista del bilancio 2025, che dovrà essere presentato il 10 ottobre. Il Primo Ministro lo ha ripetuto giovedì 3 ottobre su France 2: “Nello sforzo che faremo per ridurre il debito, 60 miliardi, ci sarà una riduzione di due terzi della spesa pubblica. E sarà molto difficile. »

Venerdì, ha drammatizzato ulteriormente la questione per giustificare la cosa “decisioni difficili” futuro: “Questa frenata è fondamentale, altrimenti andiamo dritti verso la crisi finanziaria”, ha detto durante un viaggio a Puy-de-Dôme.

“Fare bene con poco”

A queste tre cifre chiave corrispondono altrettanti messaggi politici. Uno, la scala senza precedenti del” sforzo “ annunciato è commisurato al deficit che il nuovo governo eredita “estremamente serio” di cui il signor Barnier dice di esserlo “sorpreso”. In secondo luogo, da uomo attento alla serietà di bilancio, il nuovo conduttore di Matignon intende dedicare la maggior parte delle sue energie ad affrontare finalmente la spesa pubblica, a “fare bene con poco”, seguendo l’insegnamento di Charles de Gaulle citato addirittura nel suo discorso di politica generale “meglio con meno”, come ha detto in Alvernia. Tre, è solo su base sussidiaria, “eccezionale e temporaneo”, che decide di aumentare alcune tasse. Gli aumenti futuri non sono in alcun modo a «cioccolato fiscale», ha assicurato su France 2.

Per arrivare a questi imponenti 60 miliardi di euro, Barnier ragiona confrontando due scenari. Da un lato, cosa accadrebbe nel 2025 se non venissero adottate misure per correggere la tendenza: il deficit pubblico potrebbe allora salire al 7% del prodotto interno lordo (PIL). D’altro canto, l’obiettivo del governo è un deficit massimo del 5% del Pil. Passare dallo “scenario tendenziale” del 7% all’obiettivo del 5% richiederebbe uno sforzo di 2 punti di Pil, ovvero circa 60 miliardi di euro.

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