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Alla guida di Sciences Po, Luis Vassy, ​​un diplomatico “a sangue freddo” per “allentare la pressione”

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Il direttore di Sciences Po, Luis Vassy, ​​a Parigi, il 16 settembre 2024. JOEL SAGET/AFP

Per calarsi meglio nella sua nuova pelle di direttore di Sciences Po, Luis Vassy, ​​44 anni, è tornato alle sue radici. Cosa potrebbe esserci di meglio di una biografia di Emile Boutmy, fondatore della Libera Scuola di Scienze Politiche nel 1871? Alla menzione del fisico del padre fondatore, descritto come “fragile”, “con un leggero strabismo”, di François e Renaud Leblond, autori diEmile Boutmy, il padre di Sciences Po (Anne Carrière, 2013), non poteva fare a meno di collegarlo al proprio aspetto. “Ognuno ne dedurrà ciò che vorrà! »scherza, con gli occhiali sul naso.

Martedì 1È In ottobre, l’ex direttore di gabinetto dell’ex ministro degli Affari esteri Stéphane Séjourné si è trasferito nel suo nuovo ufficio, rue Saint-Guillaume, a Parigi. Nominato il 19 e 20 settembre dalla maggioranza dei membri del consiglio dell’Istituto di Studi Politici e del consiglio della Fondazione Nazionale di Scienze Politiche, prende le redini di una scuola di 15.000 studenti, con un budget di 250 milioni di euro, che lui stesso ha frequentato alla fine degli anni ’90, contemporaneamente all’Ecole Normale Supérieure de Cachan e prima di passare attraverso la promozione dell’ENA – Sédar Senghor, la stessa di Emmanuel Macron.

Le dimissioni del suo predecessore, Mathias Vicherat, a marzo, rimesso alla giustizia insieme all’ex compagno per atti di violenza domestica, poi la mobilitazione studentesca innescata dalla guerra guidata da Israele a Gaza in seguito all’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 ha segnato l’istituzione, che vorrebbe aprire una nuova pagina. L’ex ambasciatore all’Aja tra il 2019 e il 2022 lo è appunto io“pacificazione” il suo mantra. Numerosi i suoi progetti, tra cui il“adeguamento delle procedure” reclutamento, la creazione di a “scuola di governance e politiche climatiche”formando studenti di laurea triennale sui metodi di ricerca nelle scienze umane.

Repressione

Quando viveva, da bambino, in un HLM a Fontenay-sous-Bois (Val-de-Marne), Luis Vassy si considerava un architetto, disegnando costantemente progetti di case. Si appassiona poi all’informatica, prima di rendersi conto che l’apertura al mondo offerta dalle carriere diplomatiche corrispondeva a ciò che cercava.

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Storia della famiglia Vasilski è fatto di rotture, partenze forzate, violenze. “Rifugiato politico in Francia nel 1974, mio ​​padre francesizzò il nostro nome di origine ebraica polacca”riferisce. Nel 1930, suo nonno Abraham, allora adolescente, fuggì dal regime autoritario al potere in Polonia. Si imbarca per Montevideo, in Uruguay, dove già vive il suo stesso padre.

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