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In un libro l’appello del deputato Boris Vallaud per una “democrazia fraterna”

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Eletto dal 2017 da una terra tradizionalmente socialista, il deputato (Partito socialista) del Landes Boris Vallaud – succeduto al mitterrandiano Henri Emmanuelli – ha visto il suo collegio elettorale oscillare molto – e per la prima volta – nel voto a favore del Rally national ( Marina militare). La sera del primo turno delle elezioni legislative del 30 giugno e 7 luglio, nel suo stesso villaggio aveva solo pochi voti di vantaggio sul suo avversario di estrema destra. Vince. Ma il “effusioni umanistiche” tutto il fronte repubblicano lo lascia impassibile, stanco “indignazioni morali” e anatemi contro i francesi che “avrebbe votato male”mentre alla RN sono andati 8,7 milioni di voti.

Al di là del senso di colpa (“Abbiamo fatto abbastanza? »), cc “shock politico” impone a “esame di coscienza” all’eletto di sinistra ed ex vicesegretario generale dell’Eliseo (2014-2016), il quale sottolinea che gran parte di ciò che difende e vota a Parigi è “fuori dal comune”, “vicino alle vite”. “Non posso avere ragione da solo nonostante tutte le prove elettorali e umane”scrive in un piccolo libro (160 pagine), Permanentemente (Odile Jacob, 15 euro), in libreria mercoledì.

Per capire “cosa chiedono le persone e come rispondere”Boris Vallaud suggerisce di tornare alla realtà (“dì quello che vedi, vedi quello che vedi”) e a “cose umane”. Quello che fa ogni venerdì nel suo ufficio a Saint-Sever, 5.000 abitanti, “casetta con le persiane rosse un po’ sbiadite e i cardini arrugginiti”dove riceve i suoi elettori. UN “permanenza confessionale” dove donne e uomini sconvolti vengono a condividere le loro preoccupazioni e i loro dolori, anche se spesso non hanno più nessuno a cui rivolgersi.

“È angosciante”

C’è Madame B. e lei “brutta vita” che si vede bloccarsi la macchinetta a causa di un assegno scoperto da 20 euro, firmato per la sua festa di paese. “Te lo dico, mi sgriderai…”lei si scusa. C’è questo allevatore, di padre in figlio, che a malapena guadagna da vivere con il suo lavoro, questa donna maltrattata che cerca un alloggio per sé e per i suoi figli, o questo casaro in bancarotta, che consegna al deputato i suoi libri contabili. “È tutto lì, nelle mie mani, lascia decidere a me”, mi ha detto. Questi atti di fiducia nel deputato sono angoscianti”scrive Vallaud che lo chiama più tardi per avere notizie: “Non lasciare andare una persona in difficoltà, anche se non puoi fare molto per lei o hai provato di tutto. »

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