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Il capo della diplomazia francese a Beirut nonostante gli attacchi israeliani

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Jean-Noël Barrot ha consegnato domenica scorsa aiuti sanitari d’urgenza al ministro della Sanità libanese, prima di una riunione di lavoro sulla situazione dei cittadini francesi.

Domenica sera è arrivato a Beirut il capo della diplomazia francese Jean-Noël Barrot, il primo diplomatico occidentale di alto livello a visitare il Libano dopo l’intensificarsi degli attacchi israeliani contro il movimento libanese filo-iraniano Hezbollah.

Secondo il suo ministero dovrebbe farlo Jean-Noël Barrot “scambiare con le autorità locali e fornire sostegno francese, in particolare sostegno umanitario”. Ha consegnato aiuti sanitari d’emergenza al ministro della Sanità libanese Firass Abiad, prima di una riunione di lavoro sulla situazione dei cittadini francesi. Firass Abiad, lo ha fatto “ringraziato” versare “una donazione di undici tonnellate e mezzo (…) che rafforzerà le scorte mediche per far fronte alle situazioni di emergenza” e salutato “i suoi sforzi per affrontare le ripercussioni degli attacchi israeliani”secondo un comunicato stampa del suo ministero.

L’arrivo del capo della diplomazia coincide anche con l’annuncio della morte di un secondo francese in circostanze non ancora specificate. Una donna francese di 87 anni è morta lunedì scorso dopo un incidente «forte esplosione» in un villaggio nel sud del paese.

Lunedì diverse interviste

Jean-Noël Barrot avrà colloqui lunedì, in particolare con il primo ministro Najib Mikati, il generale Joseph Aoun, comandante in capo dell’esercito, e il presidente dell’Assemblea nazionale Nabih Berri. È previsto anche un incontro con il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano e la Forza ad interim delle Nazioni Unite (UNIFIL).

La presenza di Jean-Noël Barrot a Beirut simboleggia l’intensità delle relazioni franco-libanesi. Il presidente Emmanuel Macron è stato molto impegnato negli ultimi anni nel tentativo di risolvere l’impasse politica in cui si è trovato il Paese, nel mezzo di una profonda crisi economica. Invano. Ha nominato un inviato speciale, l’ex ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, che si è recato sul posto sei volte, l’ultima delle quali all’inizio della settimana.

L’emissario ha incontrato tutti i partiti per cercare di convincerli ad eleggere finalmente un presidente. Non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, né in Libano né in Francia, e non ha mai dato l’impressione di aver fatto progressi.

All’inizio di agosto la Francia, la Svezia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Giordania e l’Arabia Saudita hanno invitato i loro connazionali a lasciare il Paese. Si stima che più di 23.000 francesi vivano in Libano. Ogni estate, anche molti cittadini con doppia cittadinanza attraversano il Libano. Secondo una fonte diplomatica dell’AFP, alla fine di luglio erano circa 10.000 i francesi che attraversavano il Libano. La compagnia aerea Air France ha annunciato martedì che estenderà la sospensione dei suoi voli da e per Beirut, “fino al 1 ottobre compreso”. D’altra parte, funziona “Normalmente” voli per Tel Aviv.

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