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a Parigi i manifestanti rendono omaggio alla giovane e denunciano il “lassismo migratorio”

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Diverse centinaia di persone si sono riunite domenica pomeriggio in Place Denfert-Rochereau, su appello del collettivo femminista e identitario Némésis, e in compagnia delle famiglie delle vittime uccise o violentate da stranieri nell’ambito dell’OQTF.

“Philippine avrebbe potuto essere nostra sorella” : sui rari cartelli branditi dai manifestanti, il volto della giovane diciannovenne il cui corpo è stato ritrovato sepolto nel Bois de Boulogne sembra guardare la folla con un sorriso congelato. Su appello del collettivo Némésis, attivisti del diritto identitario che denunciano “il pericoloso impatto dell’immigrazione di massa sulle donne occidentali”Diverse centinaia di persone si sono radunate domenica pomeriggio in Place Denfert-Rochereau per rendere omaggio alla giovane vittima.

È già lì, nell’ottobre del 2022, che si è tenuto un raduno in omaggio a Lola, una bambina di 12 anni uccisa in circostanze atroci a Parigi. Il nesso tra i due casi? I presunti autori, Dahbia B. e Taha O., sono due stranieri in situazione irregolare soggetti all’obbligo di lasciare il territorio francese (OQTF), che non è stato eseguito. Alimentando in parte dell’opinione pubblica una rabbia e un sentimento di rivolta contro la giustizia e l’amministrazione del Paese, che la folla riunita questa domenica ritiene responsabile della morte di Philippine: “Lo Stato mi ha ucciso”proclama uno striscione esposto davanti al palco.

“Mi fa schifo che il governo non ci sia”

Se diversi movimenti identitari, come “I nativi” che l’anno scorso aveva organizzato un omaggio a Thomas ucciso durante una festa a Crépol, hanno partecipato al raduno, gli organizzatori del collettivo Némésis hanno segnalato di non voler che il raduno fosse oggetto di appropriazione di parte, chiedendo anche ai pochi politici presenti (Il senatore Stéphane Ravier, di Reconquête! e della RN, o Florian Philippot, presidente dei Patriots) per non parlare. “Giustizia per le Filippine” cantava la folla solo occasionalmente, nel bel mezzo di un raduno raccolto in cui la rabbia veniva espressa solo a bassa voce.

Diversi manifestanti hanno espresso al Figaro il loro rammarico per non aver visto più slogan recitati “politica”quando altri al contrario accoglievano un incontro “SU”. “Dove sono i parigini? Dovrebbero esserci migliaia di donne” ha detto Cécile, una madre che si rammarica che la folla non fosse più numerosa. “Mi fa schifo che il governo non sia qui, cosa aspettano per ascoltare e agire?” ha detto Bruno, un uomo più anziano, che porta il nastro giallo all’occhiello in omaggio agli ostaggi di Hamas.

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Testimonianze di diversi parenti di vittime di stranieri sotto OQTF

Diversi parenti delle vittime uccise o violentate da immigrati clandestini hanno espresso la loro tristezza per la morte di Philippine, e hanno espresso al microfono davanti alla folla silenziosa la loro rabbia per quella che considerano una nuova conseguenza della “lassismo migratorio e di sicurezza”. Una madre la cui figlia è stata brutalmente uccisa ha espresso la sua preoccupazione: “Non succede solo a Parigi, non succede solo agli altri” ha insistito questa residente del Limosino, ritenendo che la morte di sua figlia o di Philippine avrebbe potuto essere evitata se fosse stata attuata una migliore politica di integrazione: “In Francia le donne non sono bestiame, bisogna spiegare agli immigrati che hanno diritti ma anche doveri”.

Marius, nipote di Berthe Picot, assassinata all’età di 91 anni da uno straniero preso di mira anche lui da un OQTF, ha raccontato per primo l’orrore che ha vissuto il giorno in cui ha trovato sua nonna morta in una pozza di sangue sul pavimento del suo appartamento. Considerando questo “Il mancato rispetto dell’OQTF è un grave difetto” nel funzionamento delle istituzioni, e così via “costa vite umane”si aggrappò al “teoria della finestra rotta” : “Quando lasciamo una finestra rotta senza ripararla, manda il segnale che l’ordine sociale non è chiaro e che le regole non vengono rispettate. Ogni volta che un OQTF viene pronunciato senza essere applicato, è un’altra finestra rotta nella nostra società” professava. Aggiunta: “Ho assistito al processo contro l’assassino di mia nonna, quest’uomo è un guscio vuoto plasmato dal caos e dalla violenza. Dobbiamo imporre i nostri standard per inviare un segnale forte a tutti coloro che li violano!”

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Didier Migaud ha fischiato, anche gli “antifas”.

L’incontro è avvenuto anche su iniziativa di Claire Geronimi, una giovane parigina che ha testimoniato dello stupro subito nell’atrio del suo palazzo, commesso da uno straniero sempre sotto OQTF. Era sul palco accanto alla portavoce di Nemesis, Alice Cordier, che ha osservato un minuto di silenzio in omaggio a Philippine, prima di dichiarare: “Dopo il momento dell’emozione arriva quello della rabbia, una rabbia controllata e responsabile”.

Un’altra attivista di Nemesis, Mathilda, ha fatto fischiare la gente “attivisti antifa” dopo aver interrotto un altro omaggio alle Filippine che si è tenuto sabato mattina a Vienne nell’Isère. Anche il pubblico ha fischiato quando ha menzionato il nuovo ministro della Giustizia, Didier Migaud, che all’inizio della settimana scorsa si era rallegrato che “il tasso di esecuzione delle sentenze non è mai stato così alto in Francia” di oggi. Il presunto assassino di Philippine è stato rilasciato dal carcere prima di scontare l’intera pena che stava scontando per uno stupro commesso nel 2019, poi un giudice per la libertà e la detenzione ha autorizzato il suo rilascio dal centro di detenzione amministrativa dove era detenuto in attesa di deportazione.

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