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A Marsiglia, un collegio dei quartieri settentrionali avverte della pressione del narcotraffico

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All’ingresso del collegio Stéphane-Mallarmé, a Marsiglia, il 26 settembre 2024. ALAIN ROBERT/SIPA

Le lezioni sono finalmente riprese giovedì 26 settembre alle 13,30 al Collegio Mallarmé, nel XIIIe quartiere di Marsiglia. Per due giorni, questo istituto di poco più di 400 studenti, classificati nella rete educativa prioritaria rinforzata (REP+), è stato al centro dell’attenzione dei media, spingendo le autorità a reagire per rispondere agli allarmi degli insegnanti sulla sicurezza del collegio. La nuova ministra dell’Istruzione nazionale, Anne Genetet, ha quindi annullato il suo primo viaggio, previsto per giovedì mattina, per tenere una riunione sul tema “Garantire gli stabilimenti” – cosa che non è stata denunciata – e parlare telefonicamente con le autorità locali.

Gli insegnanti di Mallarmé avevano deciso di esercitare il diritto di recesso martedì mattina. Per questi trenta insegnanti, la maggior parte dei quali conosceva le condizioni di insegnamento dei quartieri nord di Marsiglia, non era più possibile accogliere pacificamente gli studenti delle scuole medie. La causa è stata la crescente pressione esercitata dal traffico di droga, in particolare dal vicino spaccio di droga, situato nella tenuta di Clos La Rose.

“Dall’inizio dell’anno scolastico abbiamo assistito ad un peggioramento della situazione” testimonia, sotto copertura di anonimato, un membro del gruppo docente. Un graffito “Caffè La Rosa”indicante il punto di spaccio della droga, era disegnato sul muro del collegio. Un incendio acceso dalle vedette della rete ha danneggiato il recinto. Sono comparsi anche poltrone, un divano sfondato, ostacoli che limitano il traffico.

Impatti di arma da fuoco sulla facciata

Primi record che indicano a “pericolo grave e imminente” furono inviati al rettorato di Aix-Marsiglia l’11 settembre. La scoperta di colpi di arma da fuoco sulla facciata dello stabilimento – “palline di piombo” che secondo la questura non lo sono “non necessariamente collegato” la vicinanza della rete – ha aumentato ulteriormente la preoccupazione e ha spinto il gruppo docente a esercitare il proprio diritto di recesso “incapacità di proteggere e garantire la sicurezza degli studenti e del personale”.

Questa qualifica è stata inizialmente respinta dal direttore accademico dei servizi educativi nazionali (Dasen), Jean-Yves Bessol. “Il diritto di recesso non è stato stabilito poiché, sebbene il pericolo sia reale e grave, non è imminente dato che la situazione perdura dal novembre 2023,” ha detto alla stampa, considerando che il movimento degli insegnanti lo era “uno sciopero”. “La gerarchia non ha offerto una risposta adeguata alla gravità della situazione vissuta dai nostri colleghi”, si rammarica di Jean-François Negri, delegato del sindacato Sud Education.

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