Il 18 settembre, la Federal Reserve statunitense ha tagliato il suo tasso di interesse di riferimento di mezzo punto percentuale, nella sua prima riduzione dall’inizio della pandemia di Covid-19, riducendo drasticamente i costi di indebitamento poco prima delle elezioni presidenziali di novembre.
La decisione della Fed inciderà sui tassi ai quali le banche commerciali concedono prestiti a consumatori e imprese, riducendo il costo dei prestiti per qualsiasi cosa, dai mutui alle carte di credito.
La notizia sarà probabilmente accolta con favore dalla candidata democratica Kamala Harris, che ha cercato di mettere in risalto i risultati economici del presidente Joe Biden nella sua corsa contro Donald Trump.
I decisori politici hanno votato 11 a 1 a favore dell’abbassamento del tasso di riferimento della banca centrale statunitense tra il 4,75% e il 5%, ha annunciato la Fed in una dichiarazione. Il principale oppositore è stata la governatrice della Fed Michelle Bowman, che ha sostenuto un taglio più convenzionale di un quarto di punto.
La Fed “ha acquisito maggiore fiducia”
La Fed ha affermato che il suo comitato per la definizione dei tassi “ha acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2% e ritiene che i rischi per il raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione siano più o meno in equilibrio”.
La banca ha un duplice mandato conferitole dal Congresso: agire in modo indipendente per contrastare l’inflazione e l’occupazione.
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Gli analisti si aspettavano che la Fed tagliasse i tassi mercoledì, poiché l’inflazione si stava avvicinando all’obiettivo a lungo termine della banca del 2% e il mercato del lavoro continuava a raffreddarsi nell’economia post-Covid sorprendentemente resiliente.
Ma erano molto incerti circa l’entità della mossa: alcuni prevedevano un piccolo taglio di un quarto di punto percentuale, mentre altri prevedevano un taglio più significativo di mezzo punto percentuale, che comportava un rischio maggiore di riaccendere l’inflazione.
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Nelle previsioni economiche aggiornate pubblicate insieme alla decisione sui tassi della Fed, le previsioni mediane dei decisori politici indicavano un tasso di disoccupazione del 4,4%, in media, nel quarto trimestre di quest’anno, in aumento rispetto al 4% dell’ultimo aggiornamento di giugno. Hanno anche segnato un tasso di inflazione annuale del 2,3%, leggermente inferiore a quello di giugno.
La decisione di tagliare in modo più netto all’inizio ha colto di sorpresa alcuni analisti. “Nel nostro caso base la Fed taglia 25bp (punti base) ma segnala 100bp di tagli quest’anno con il ‘punto’ mediano del 2024”, hanno scritto gli economisti di Citi in una nota agli investitori pubblicata prima della decisione sui tassi.
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La posta in gioco delle elezioni
Il mandato della Fed le conferisce l’indipendenza di stabilire la politica monetaria esclusivamente sulla base dei dati economici.
Ma la sua decisione avrà probabilmente delle ramificazioni politiche, data l’importanza dell’inflazione e del costo della vita per i consumatori statunitensi. Gli americani hanno sempre affermato che entrambi sono una delle principali preoccupazioni prima delle elezioni.
Trump ha ripetutamente criticato il presidente della Fed Powell, da lui inizialmente nominato a capo della Fed, e ha insinuato che le sue decisioni sono politiche, accuse che la banca centrale statunitense ha fermamente respinto.
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