Rachida Dati si impegna a salvare la Torre Saint-Nicolas

Rachida Dati si impegna a salvare la Torre Saint-Nicolas
Rachida Dati si impegna a salvare la Torre Saint-Nicolas
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Dobbiamo raddrizzare la Torre Saint-Nicolas! Chiusa per emergenza al pubblico dal 4 luglio, l’emblematica torre che da settecento anni custodisce l’arenile del Porto Vecchio di La Rochelle, ha aperto eccezionalmente le sue porte, questo giovedì mattina, a Rachida Dati e ad un corteo di funzionari eletti e di alte sfere -ufficiali di grado. Il ministro della Cultura e ora del Patrimonio, appena rinnovato nel suo incarico dal primo ministro Michel Barnier, è venuto a confermare il sostegno dello Stato al futuro cantiere della Torre Saint-Nicolas, i cui movimenti oscillanti, dell’ordine di un millimetro, sono sempre più preoccupanti.

Voglio che questa torre sia preservata e restaurata”

“Ho fatto questo primo viaggio a La Rochelle per dimostrare chiaramente la mia priorità per il patrimonio vivente. Abbiamo un debito finanziario, ecologico ma anche patrimoniale. Sta a noi trovare dispositivi innovativi. Dovremo trovare 2 milioni di euro per i lavori d’emergenza, poi più di 25 milioni per l’intero progetto. Non succede così. Lo Stato ovviamente contribuirà a questo, mi impegno a farlo. Voglio che questa torre sia preservata e restaurata perché non possiamo vietarne l’accesso al pubblico a tempo indeterminato”, ha affermato il ministro della Cultura davanti a un pubblico di media riunito nell’antico torrione. Ma quanto in alto? Questo, il ministro si è guardato dal farsi avanti, pur rendendo omaggio al padrone di casa Stéphane Bern e alla sua lotteria patrimoniale che ha appena raccolto, pochi giorni fa, 7,5 milioni di euro per il restauro di 18 siti. Sicuramente nella Charente-Maritime ci sarà battaglia alle porte con anche il salvataggio di Fort Boyard, altro capolavoro in pericolo alla ricerca di 45 milioni di euro.


Rachida Dati, Ministro della Cultura, è venuta a confermare questo giovedì mattina il sostegno dello Stato alla ristrutturazione della Torre Saint-Nicolas

Jean-Christophe Sounalet / SO

Un progetto da 4 a 5 anni

Se l’edificio, che poggia su una selva di palafitte piantate a loro volta in diversi metri di fango, è inclinato fin dalla sua origine nel XIV secolo, gli ultimi dispositivi installati ovunque all’interno e all’esterno confermano che il fenomeno è in aumento. Anche che sono comparsi altri movimenti. In passato la torre si spostava ma tornava sempre nella posizione iniziale. Oggi non sarebbe più così. Dobbiamo allora temere che un giorno crolli all’ingresso del porto? Uno scenario catastrofico, certamente, ma per l’architetto responsabile dei monumenti storici, Olivier Salmon, ora dobbiamo agire. “La Torre tende ad aprirsi in due”, ha riassunto giovedì davanti al ministro.

La Torre tende ad aprirsi in due

Una prima fase dei lavori di emergenza potrebbe essere avviata all’inizio del 2025 (reggiatura e installazione di tiranti sulla torre). In questo periodo l’edificio potrebbe riaprire parzialmente al pubblico, a piccoli gruppi. Poi ci vorrà almeno un anno intero per preparare un progetto che si preannuncia spettacolare e che dovrebbe durare dai quattro ai cinque anni. Resta inoltre ai servizi del Comune il compito di valutare le conseguenze dei lavori sull’attività del Porto Antico e sulla presenza delle imbarcazioni.

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