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“Better Man”, “Il Viaggiatore”, “Jane Austen mi ha rovinato la vita”…

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Robbie Williams nella pelle di uno scimpanzé, Isabelle Huppert a Seul, una commedia francese con accento britannico… Quali film vedere (o no) questa settimana? Ogni mercoledì trovi le nostre recensioni delle ultime uscite cinematografiche.

« Better Man », di Michael Gracey. Immagini della Paramount

A cura del Servizio Cinema

Pubblicato il 21 gennaio 2025 alle 17:34

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“Jane Austen mi ha rovinato la vita”, di Laura Piani: la nostra preferita

Genere: melodioso e letterario. Un libraio, sensibile, sagace e goffo, si unisce a una residenza di giovani autori in Inghilterra. Una commedia romantica spiritosa, dove la vita finisce per imitare l’arte. (Con Camille Rutherford, Pablo Pauly, Charlie Anson. 1h34)

“Giocare con il fuoco”, di Delphine e Muriel Coulin

Genere: famiglia in tensione. Un ferroviere ha solo il suo amore per evitare che il figlio vada alla deriva, attratto dall’estrema destra. Un commovente dramma familiare e sociale, portato avanti da un trio di attori impressionanti. (Con Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crépon. 1h58)

“Brucia il sangue”, di Akaki Popkhadze

Genere: incandescenza polare. Attenzione, ecco un thriller che non risparmia la violenza e impone un giovane cineasta, che attinge al cinema di Scorsese e, soprattutto, al Piccola Odessa di James Gray. Cast davvero hot! (Con Nicolas Duvauchelle, Florent Hill, Finnegan Oldfield, Denis Lavant. 1h49)

“Il Viaggiatore”, di Hong Sang-soo

Genere: leggerezza del racconto. A Seoul, Iris dà lezioni di francese davvero insolite… Isabelle Huppert e Hong Sang-soo giocano con il vuoto e l’immaterialità per raccontare un modo poetico di essere al mondo. Un film giocoso e affascinante. (Con Isabelle Huppert, Lee Hye-young, Ha Seong-guk. 1h30)

“Better Man”, di Michael Gracey

Genere: cantanti. Robbie Williams nei panni di… uno scimpanzé? Non stai sognando, il cantante britannico interpreta se stesso in questo seducente film biografico, che dà uno sguardo critico all’industria discografica degli anni ’90. (Con Jonno Davies, Steve Pemberton e la voce di Robbie Williams. 2h14)

“Sull’influenza dei raggi gamma sullo sviluppo delle margherite”, di Paul Newman (ripresa)

Genere: America anni ’70. L’attore Paul Newman ha realizzato sei film indipendenti, sensibili e intimi. Come questo classico, da rivedere nelle sale.

“La fossa”, d’Angela Wanjiku Wamai

Genere: da vittima a carnefice. Con questo primo lungometraggio, la regista keniana Angela Wanjiku Wamai esplora la devastazione che gli abusi sessuali subiti durante l’infanzia provocano fino all’età adulta. E misurare il peso devastante del silenzio.

“Château Rouge”, di Hélène Milano

Genere: testimonianze. Elena Milano (Rose Nere) firma un documentario vivace e sensibile sui giovani in difficoltà accademica, aiutati dai loro insegnanti a contrastare alcuni determinismi sociali che gravano sul loro orientamento. (Documentario. 1h48)

“Volo ad alto rischio”, di Mel Gibson

Tipo: soffitto basso. In un piccolo aereo che vola a 30.000 piedi, uno scagnozzo della mafia prende in ostaggio un maresciallo americano e il testimone chiave di un processo. Vorremmo tremare, ma l’umorismo molto pesante rovina ogni suspense. (Con Mark Wahlberg, Michelle Dockery, Topher Grace. 1h31)

“La spia di Dio”, di Todd Komarnicki

Genere: resistenza. Questo biopic dedicato a un pastore che resiste sotto Hitler è rovinato da un ritmo narrativo irregolare, dall’inglese imposto agli attori germanici e da un parrucchino di perossido incollato sulla fronte di un Jonas Dassler troppo schivo. (Con Jonas Dassler, Flula Borg, David Jonsson. 2h12)

“Ritorno ad Alessandria”, di Tamer Ruggli

Genere: viaggio di viaggio. Questo primo film vuole essere un Tutto su mia madre in Medio Oriente, e anche se rimane lontano da Almodóvar, la sua sfrontatezza, alcune belle stravaganze e il carisma di Nadine Labaki e Fanny Ardant riescono a sedurre. (Con Nadine Labaki, Fanny Ardant. 1h30)

“Tutti per uno”, di Houda Benyamina

Genere: pastiche fallito. E se i tre moschettieri fossero donne? Avremmo voluto crederci, non ci crediamo mai. La colpa è di una sceneggiatura lenta e di una produzione goffa. Le attrici si danno da fare molto, invano. (Con Oulaya Amamra, Sabrina Ouazani, Déborah Lukumuena, Daphné Patakia. 1h36)

“In movimento”, di Julia de Castro e María Gisèle Royo

Genere: viaggio su strada. Per trovare un padre, una donna e il suo amico gay percorrono le strade della Spagna. Nonostante il tono trasgressivo, questa commedia finisce per abbandonare il suo punto iniziale privilegiando battute sul sesso. (Con Julia de Castro, Omar Ayuso. 1h12)