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Nicole Kidman si mette a quattro zampe in “Babygirl”, il dramma erotico convenzionale – rts.ch

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Premio per l’interpretazione al festival di Venezia, la star si abbandona a una relazione masochista in “Babygirl” di Halina Reijn. Ma tra fantasie di sottomissione, desideri trasgressivi e femminismo di facciata, questo dramma erotico sguazza nei cliché più banali.

I film sono come sentieri tracciati in mezzo alla foresta. C’è chi lascia vagare il proprio pubblico, vagando senza certezze in un dedalo di temi e motivi dall’ambiguità liberatoria. E poi ce ne sono altri come un percorso Vita segnalato, che indica in ogni tappa cosa fare e pensare.

È tutta la differenza tra la carica sulfurea di un Paul Verhoeven, “Belle de jour” di Luis Bunuel o “Portier de nuit” di Liliana Cavani, ognuno dei quali ha osato a suo modo avvicinarsi alle zone più oscure e paradossali. della sessualità femminile, e questo “Babygirl” che pretende di esplorare la libido masochista della sua eroina, nascondendo malamente un programma perfettamente ben definito dietro la sua facciata femminista.

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Quindi Nicole Kidman è Romy, sposata con Antonio Banderas, madre di due figlie adolescenti, amministratore delegato di un’importante azienda di robotica. Romy è una sessantenne che gestisce la sua vita con il pugno di ferro, nascondendo le sue fantasie sessuali al marito, incapace di soddisfarla. Aprendosi e terminando con un orgasmo per la sua eroina (prima simulato, poi autentico), “Babygirl” seguirà così l’irragionevole relazione che Romy inizia con Samuel (Harris Dickinson), un giovane stagista appena entrato nella sua azienda. Un rapporto basato su una regola semplice e concordata: il capo si sottomette senza eccezioni ai minimi ordini del suo subordinato che non esita a trattarla come cosa sua, addirittura come la sua cagnolina.

Una provocazione innocua

Se la visione di Nicole Kidman a quattro zampe, che imita un cane da abbracciare per mano del suo giovane amante, vi sembra inquietante, allora questa “Babygirl” è fatta per voi. Alcuni non hanno esitato a qualificare il risultato come un film femminista, sostituendo l’archetipo della femme fatale (anche questo molto più complesso di quanto sembri) con quello della donna sottomessa, emancipando (oh bene?) le catene patriarcali e questa famosa sguardo maschile che, a forza di essere usato in tutte le salse, finisce per somigliare più a un’etichetta morale che a una riflessione cinematografica.

>> Ascoltate i pareri – molto contrastanti – del dibattito cinematografico Vertigo sul film “Babygirl”:

Dibattito cinematografico, “Babygirl” di Halina Reijn / Vertigo / 6 min / Mercoledì alle 17:17

Solo che è un po’ difficile vedere come la regista sfugga al cliché sulla dominazione maschile e sulla sottomissione femminile, preferendo delegare ai suoi personaggi il compito di commentare il suo film, cosa che non potrebbe essere più sfuggente. Così, quando una stagista si stupisce che una donna a capo di un’azienda possa comportarsi come lei, Romy ribatte che sta confondendo “moralità e ambizione”. Oppure quando in un’altra scena Samuel viene messo a confronto con lo schema obsoleto della donna soggetta alla benevolenza del suo amante, il giovane efebo risponde con un comico “non puoi capire”.

Comodo per la regista olandese Halina Reijn che non si preoccupa di approfondire il suo argomento e riduce i suoi personaggi a innocue incarnazioni di schemi triti. È ancora più un peccato che “Babygirl” benefici del totale coinvolgimento di Nicole Kidman, che arriva al punto di inserire dettagli molto personali nel suo personaggio, come questa scena dell’iniezione di botox che confina con il ritratto della star stessa.

Ma anche in questo caso il film non si mette mai in pericolo, evita di immergere la macchina da presa nella terra, troppo impegnato a riempire le caselle di un tema scolastico combinando la sua tesi, la sua antitesi e la sua sintesi. Quanto all’odore dello scandalo, svanisce non appena il film è finito.

Rafael Lupo/sc

“Babygirl” di Halina Reijn, con Nicole Kidman, Antonio Banderas, Harris Dickinson. Nei cinema francofoni dal 15 gennaio 2025.