È stato un anno fa. Il ciclone Belal ha colpito l’isola della Riunione. Sul suo cammino ucciderà 4 persone e lascerà molti danni materiali. Ricordiamo che un’immagine ci ha particolarmente colpito: quella del giardino della famiglia Maillot a La Possession, spazzato via da una frana. 1 anno dopo, quasi nulla è cambiato.
Un anno dopo il passaggio del ciclone Belal, le cicatrici del disastro sono ancora visibili. Strade impraticabili, case semidistrutte e residenti che faticano a voltare pagina.
A Ravine à Malheur, Pascal è ancora in attesa di ricevere aiuto. Il 15 gennaio 2024 la sua piscina crollò e cadde sulla strada “Non ci sono progressi, siamo fermi come l’anno scorso. Aspettiamo che le compagnie di assicurazione si muovano, che dicano cosa faranno, se ricostruiranno il terreno o otterremo un risarcimento. Ho paura per la gente, per le macchine che passano”. spiega Pascal Maillot.
A Saint-François, stessa osservazione. Una decina di residenti sono ancora isolati, la strada di accesso alle auto è crollata e non è stata ancora ricostruita “Non torniamo tardi la sera perché il sentiero non è illuminato, è estremamente complicato, abbiamo dovuto reimparare a vivere diversamente gli orari. La cosa estremamente complicata è che siamo molto isolati, abbiamo un decreto che vieta l’accesso a tutti gli operatori sanitari familiari, a familiari e amici”. dichiara Valerie Delavoix.
Il ciclone di Belal non ha lasciato solo danni materiali, ma anche psicologici. Un anno dopo, per alcuni la ricostruzione procede, per altri resta bloccata.
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